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CRONACA GIUDIZIARIA

La zia d’America e i suoi 8 testamenti «ma al funerale non c’era nessuno»

Imputato è l’avvocato Renato Naretto, accusato di aver circuito la donna

La zia d’America e i suoi 8 testamenti «ma al funerale non c’era nessuno»

Prosegue il processo che vede imputato l’avvocato Renato Naretto, accusato di circonvenzione d’incapace nell’ambito dell’eredità di Onorina Pomatto, conosciuta come la “zia d’America”. Nata negli Stati Uniti nel 1925 e trasferitasi in Canavese da giovane, aveva accumulato un patrimonio stimato in oltre 2 milioni e mezzo di euro tra immobili, conti correnti, titoli e un autolavaggio. Negli ultimi anni di vita, tuttavia, Onorina aveva redatto 8 testamenti in poco più di 2 anni, con una rapidità che ha destato sospetti: 3 delle ultime versioni in appena un mese, tutte improvvisamente a favore dell’avvocato Naretto, fino ad allora sconosciuto come erede. Secondo la pm Valentina Bossi, Naretto avrebbe approfittato della fragilità mentale della donna, inducendola a sottoscrivere disposizioni testamentarie a suo vantaggio. Difeso dall’avvocato Ferdinando Ferrero, l’imputato respinge le accuse, mentre le parti civili sono rappresentate dall’avvocato Pierpaolo Piolatto. Nelle udienze di questa settimana sono stati ascoltati i parenti stretti di Naretto. Il figlio ha definito Onorina «una seconda nonna». La pm ha poi chiesto chi della famiglia fosse presente al funerale: secondo l’ex moglie dell’avvocato, solo lei e il marito. Altri dettagli hanno aggiunto ombre sul presunto legame affettivo: in famiglia si parlava del testamento già a marzo 2020, mentre la scheda testamentaria è stata resa nota solo a settembre dello stesso anno. Come facevano i Naretto a conoscere in anticipo le volontà di Onorina? Il prossimo capitolo vedrà l’esame dell’imputato e le perizie di grafologia sugli scritti della donna. La vicenda ha avuto un’eco mediatica notevole: le telecamere televisive hanno cercato di accedere all’aula, ma non ne è stato permesso.

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