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20 Novembre 2025 - 21:26
Il ct Rino Gattuso indica la strada per il Mondiale (foto Figc)
«Sarà la più grande Coppa del Mondo di sempre», dice Gianni Infantino ai sorteggi playoff della kermesse iridata in programma nel 2026 tra Canada, Usa e Messico. Una competizione dalla quale però, l’Italia, rischierebbe di restare fuori per la terza volta di fila in caso di mancata qualificazione usando la strada più stretta, quella del playoff a quattro. E anche dal punto di vista economico sarebbe un vero e proprio disastro. Se la mancata qualificazione nel 2022 costò all’Italia 100 milioni di euro, questa volta potrebbe anche aumentare considerata l’inflazione di oggi rispetto a quella di quattro anni fa. A marzo ne sapremo di più. Intanto ieri gli azzurri, reduci dalla batosta di domenica scorsa a San Siro contro la Norvegia, hanno conosciuto gli avversari che dovranno affrontare per staccare il biglietto dei Mondiali. Prima la Irlanda del Nord, poi (si spera) una tra Galles e Bosnia, in una finale da giocare in trasferta.
Terza volta ai playoff, e per evitare il terzo disastro alla nazionale di Gattuso serve ricordare gli errori nei precedenti nefasti del 2018 e 2022. E non ignorare le «fragilità» emerse. Il mini torneo per i quattro posti europei rimasti poteva infatti offrire avversari più tosti, dalla Svezia alla Polonia. Il ct guarda a Galles e Bosnia («due squadre di valore, che conosciamo, con stadi che possono mettere in difficoltà chiunque») ma invita tutti, soprattutto gli azzurri, a «concentrarsi sulla semifinale». Il ct ha poi ribadito la richiesta di uno stage e l’auspicio che «il campionato si fermi tre giorni prima», come faranno in Turchia, me lo ha detto Montella.
Buffon, intanto, denuncia un’aria da funerale e prova a rincuorare tutto l’ambiente. «Troppi fantasmi, un’aria da “ricordati che devi morire”. E invece — ha aggiunto il capodelegazione — siamo supercompetitivi, purché non rinunciamo alle nostre caratteristiche: questo dice la partita con la Norvegia, che a parte il 4-1 ha numeri tutti in equilibrio…». Che l’unico numero squilibrato pesi come un macigno, lo riconosce però in primis Gattuso: «Ci dobbiamo riprendere dalla figuraccia di Milano — ha ammesso — Mi tengo il primo tempo, ma non si può sparire del tutto dal campo come nel secondo. Quella sconfitta rivela tutte le nostre fragilità». Sono quelle che preoccupano il ct, in vista del 26 marzo ed eventualmente del 31, più che il poco tempo a disposizione. «Ci siamo salutati all’11ª giornata, ci rivedremo alla 30ª quando i giochi sono fatti. Trovare una data per stare un paio di giorni insieme non sarebbe male, come anche anticipare la giornata di campionato», conclude il ct.
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