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Omicidio Poggi

Garlasco, nuove indagini sugli oggetti di Chiara Poggi: ciondolo, bracciali e orologio sotto esame

La famiglia Poggi annuncia nuove analisi sui reperti indossati dalla vittima il giorno del delitto, esclusi dall’incidente probatorio e conservati come reliquie

Garlasco, nuove indagini sugli oggetti di Chiara Poggi: ciondolo, bracciali e orologio sotto esame

Si riaccendono le indagini sul caso Garlasco, 18 anni dopo il tragico omicidio di Chiara Poggi. A pochi giorni dalla conclusione dell’incidente probatorio, fissata per il 18 dicembre, il consulente della famiglia, Dario Redaelli, ha annunciato che saranno sottoposti a nuove verifiche gli oggetti indossati dalla giovane il giorno della morte.

Tra i reperti che saranno analizzati ci sono una catenina con un ciondolo a forma di dente di squalo, diversi braccialetti (uno recante il nome “Chiara”), l’orologio, la cavigliera e gli orecchini. Uno di questi ultimi era ancora sul corpo al momento del ritrovamento, mentre l’altro era stato perso durante l’omicidio e rinvenuto sulla scena del crimine.

Secondo Redaelli, alcuni di questi oggetti erano già stati esaminati nel 2007 dai carabinieri del RIS di Parma su delega della Procura, ma senza prelievi su braccialetti e orologio, risultati contaminati da tracce. Nel 2010 i reperti erano stati restituiti alla famiglia, conservati intatti come “reliquie” della ragazza.

“Sono stati preservati con grande cura. Alcuni, però, non sono mai stati realmente analizzati, e oggi ci interessano per le indagini in corso. Verranno utilizzati al momento opportuno”, ha spiegato Redaelli a Quarto Grado. Tutti questi oggetti erano stati esclusi dall’incidente probatorio, decisione che lo stesso criminologo ha definito controversa.

L’avvocato Gianluigi Tizzoni, che da anni segue il caso insieme ai Poggi, ha confermato che tra le attività investigative in corso c’è anche l’esame degli oggetti restituiti nel 2010, inizialmente negati dal tribunale durante il primo processo d’appello. All’epoca, la Corte d’Assise d’Appello considerò “inammissibili” le richieste di ulteriori accertamenti, comprese quelle sui vestiti della vittima.

Queste nuove verifiche rappresentano dunque un capitolo ulteriore nella lunga vicenda giudiziaria che vede Andrea Sempio indagato per concorso in omicidio.

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