Cerca

IL FATTO

Ospedali vivi, giovani in corsia: perché vale la pena difendere la sanità pubblica

Dal Santa Croce di Cuneo a Verduno: servono assunzioni, meno burocrazia e investimenti

«Non ci sono dottori»: 1500 pazienti senza medico in Canavese

Foto generica medico e pazienti

Entrare in ospedale con l’ansia e uscirne con la riconoscenza. È quello che succede quando al Pronto Soccorso del Santa Croce di Cuneo o tra le corsie di Verduno (l'ospedale di Alba-Bra) si incontra una sanità fatta di giovani medici e infermieri che non hanno perso il sorriso nonostante i turni e le scarse risorse.

Mentre la narrativa televisiva ci parla solo di disservizi, la realtà ci mostra équipe di under 40 che reggono l’urto del dolore altrui con competenza e una necessaria dose di ironia. È la prova che il capitale umano del nostro Servizio Sanitario Nazionale esiste, ma va trattenuto e valorizzato, non spinto verso il privato.

Il confronto con il sistema assicurativo americano è impietoso: lì la salute è un contratto, qui è un diritto di uguaglianza. Ma per difendere questo diritto non serve l'apologia, serve manutenzione straordinaria: più assunzioni, meno burocrazia e investimenti mirati. Perché se si taglia la sanità, si restringe la libertà dei cittadini. Io sto con chi cura ogni giorno senza chiedere in cambio una carta di credito.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.