Il Museo Egizio apre da oggi al pubblico il suo nuovo spazio verde. Il “Cortile Aperto: Flora dell’antico Egitto”, tra palme, papiri e fiori di loto, sboccia nel cuore di Torino e accoglie la vegetazione originaria che cresce lungo il fiume Nilo. Un’iniziativa che è un perfetto mix di archeologia e botanica e che è stata messa a punto dal team internazionale di egittologi del Museo, composto da Johannes Auenmüller, Divina Centore e Cédric Gobeil. Giardino che, a partire da domani e per tutto il mese di luglio, dalle 22 alle 24 e con ingresso gratuito fino a esaurimento posti, proporrà uno spettacolo serale di videomapping. Il “Cortile Aperto”, ispirato ai giardini del Nuovo Regno (1539-1076 a.C.), è un vero e proprio omaggio alla civiltà egiziana una tra le prime, dopo aver dato precedenza ai campi coltivati per la produzione di derrate alimentari, a dedicarsi alla cultura degli spazi esterni volti ad allietare gli altri sensi, come la vista e l’olfatto. Aree lussureggianti, rigogliose e ricche di fiori colorati, nonostante l’ambiente arido, dense di significati simbolici, come testimoniano le raffigurazioni di giardini rinvenute nelle tombe dell’alta società egizia. Nei dipinti più antichi i giardini sono popolati dalla palma da dattero, dalla palma dum e dal sicomoro, la pianta simbolo di immortalità per eccellenza, con il cui legno gli egizi costruivano i sarcofagi. Un’iniziativa che è un primo tassello della futura metamorfosi del Museo, con cinque proponimenti di ricerca, alta tecnologia e restituzione alla Città. «È un primo passo - ha dichiarato la presidente Evelina Christillin -, un intervento strutturale e creativo, che ci proietta verso il bicentenario che celebreremo nel 2024 e verso progetti ancora più ambiziosi di trasformazione del Museo Egizio». In vista del suo bicentenario nel 2024 e delle celebrazioni organizzate per l’occasione, il giardino appena inaugurato in questa sua prima parte è destinato ad ampliarsi ancora e a diventare permanente. La corte interna del seicentesco palazzo del Collegio dei Nobili verrà coperta da una cupola in acciaio e vetro e lo spazio verde proporrà tanti esemplari di piante che sempre più evocheranno un giardino egizio, dal gusto esotico, ma dall’impronta essenzialmente mediterranea. «L’auspicio - ha commentato Christian Greco, direttore del Museo Egizio - è che questo giardino, una volta ultimato, diventi un luogo importantissimo nella nuova agorà, la corte coperta, che sarà un punto di incontro nel centro storico della città».
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