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Teatro

Geppi Cucciari conquista il Teatro Colosseo con "Perfetta"

Il monologo scritto da Mattia Torre esplora il ciclo femminile con ironia e profondità.

Geppi Cucciari incanta Torino: "Perfetta" conquista il Teatro Colosseo

Geppi Cucciari fa il suo ritorno al Teatro Colosseo di Torino con lo spettacolo "Perfetta". Il monologo, scritto dal compianto Mattia Torre, ha registrato il tutto esaurito per la rappresentazione del 16 marzo. Un successo che conferma l'affetto del pubblico per l'attrice e la potenza narrativa di un testo che esplora con delicatezza e ironia la complessità dell'universo femminile.

"Perfetta" è un viaggio intimo e universale nella vita di una donna, scandito dalle quattro fasi del ciclo mestruale. Geppi Cucciari veste i panni di una venditrice di automobili, moglie e madre, che affronta le sfide quotidiane tra lavoro, famiglia e responsabilità. Il racconto si sviluppa attraverso quattro martedì di settimane differenti, giornate che, seppur apparentemente identiche, sono vissute con stati d'animo mutevoli, influenzati dalle trasformazioni fisiologiche e dagli sbalzi ormonali. Un tema spesso ignorato e considerato tabù, qui affrontato con umiltà e profondità.

La performance di Geppi Cucciari in "Perfetta" è un esempio di maestria attoriale. L'attrice sarda riesce a spaziare tra registri differenti, alternando la sua inconfondibile ironia a toni più malinconici e drammatici. La sua interpretazione è un perfetto equilibrio tra umorismo e introspezione, satira e momenti di riflessione profonda. La capacità di Cucciari di far ridere e pensare allo stesso tempo è uno dei punti di forza dello spettacolo, che riesce a coinvolgere il pubblico in un dialogo sincero e aperto su un tema spesso trascurato.

La regia di è stata curata dallo stesso Mattia Torre, con l'assistenza di Giulia Dietrich. Le musiche originali di Paolo Fresu, i costumi di Antonio Marras e il disegno luci firmato da Luca Barbati contribuiscono a creare un'atmosfera unica e coinvolgente.

"Perfetta" è anche un omaggio a Mattia Torre, uno dei drammaturghi più influenti e amati della scena italiana, prematuramente scomparso. La sua capacità di raccontare la realtà con ironia e profondità è evidente in questo monologo, che continua a risuonare con forza e attualità.

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