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Le dichiarazioni del cantante romano

Niccolò Fabi e l'arte di dire 'no': un viaggio tra musica, libertà e consapevolezza. Il suo nuovo album, un viaggio tra autenticità e consapevolezza

Il cantautore romano riflette sulla sua carriera e sul nuovo album "Libertà negli occhi"

Niccolò Fabi e l'arte di dire 'no': un viaggio tra musica, libertà e consapevolezza. Il suo nuovo album, un viaggio tra autenticità e consapevolezza

Cosa significa davvero essere liberi? Per Niccolò Fabi, la risposta risiede nella capacità di dire "no" e nel perseguire una vita che rispetti il proprio benessere interiore. A 56 anni, il cantautore romano si trova a riflettere su una carriera che, pur avendo perso parte del furore creativo giovanile, continua a essere un viaggio di esplorazione e autenticità. Il suo ultimo lavoro, "Libertà negli occhi", è un album che incarna questa filosofia, nato da un'esperienza di isolamento creativo in Val di Sole, in Trentino, lontano dalle pressioni e dalle aspettative del mondo esterno.

Fabi descrive il processo di creazione del suo nuovo album come un ritorno a un modo di fare musica "meravigliosamente e ingenuamente infantile". Insieme ai suoi musicisti, ha scelto di lavorare in una baita, un ambiente che ha stimolato la creatività attraverso il disagio e la scomodità. Questo approccio ha permesso di dare vita a canzoni che, secondo il cantautore, "luccicano" per la loro autenticità, libere dalla polvere delle convenzioni. Il titolo "Libertà negli occhi" richiama la gioventù e rappresenta un invito a guardare il mondo con uno sguardo fresco e aperto. Le nove tracce dell'album sono il frutto di un viaggio intimo e collettivo, che riflette le esperienze e le visioni di un uomo che si avvicina ai sessant'anni. Fabi stesso ammette che il suo percorso di vita è stato caratterizzato da una continua ricerca di consapevolezza, anche se spesso la razionalità e la natura sembrano essere in conflitto.

LA MUSICA COME TERAPIA E IL VALORE DELL'AMICIZIA
Un altro aspetto fondamentale del lavoro di Fabi è la collaborazione con amici di lunga data come Daniele Silvestri e Max Gazzè. Il loro concerto al Circo Massimo, per celebrare i dieci anni de "Il padrone della festa", è stato un momento di grande divertimento e evasione. Questa collaborazione rappresenta una "meravigliosa terapia contro il solipsismo", un modo per ridimensionare l'importanza di sé e condividere il peso del racconto personale. Cantare "Facciamo finta", la canzone dedicata alla figlia Olivia, scomparsa prematuramente, in un contesto collettivo ha avuto un significato profondo per Fabi. La musica diventa così un mezzo per elaborare il dolore e trasformarlo in qualcosa di condiviso e terapeutico.

Fabi riconosce di essere stato più bravo a dire "no" che "sì" nel corso della sua carriera. Questa capacità di rinuncia è stata guidata dalla ricerca di un equilibrio interiore e dalla volontà di rimanere fedele a se stesso. Anche se ammette di aver perso alcune opportunità di evoluzione artistica, non si pente delle scelte fatte. La sua identità musicale è chiara e definita, anche a costo di sembrare ripetitivo. Il cantautore riflette anche sulla consapevolezza del tempo che passa, un tema che affronta con realismo piuttosto che con nostalgia. Sapere che c'è più strada alle spalle che di fronte può essere una considerazione mortificante, ma è anche un invito a riconoscere e apprezzare ciò che si è raggiunto.

Durante la lavorazione del disco, ha seguito con interesse l'elezione del nuovo Papa, sperando che venissero scelti cardinali come Matteo Zuppi e Pierbattista Pizzaballa, che conosce personalmente. Per Fabi, oltre a guide spirituali, c'è bisogno di figure che sappiano unire piuttosto che dividere. Niccolò Fabi continua a essere una voce autentica nel panorama musicale italiano, un artista che ha scelto di seguire il proprio percorso con integrità e passione. "Libertà negli occhi" è un album che invita a riflettere sulla propria vita, a trovare la bellezza nell'imperfezione e a non avere paura di dire "no" quando è necessario.

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