Un pezzo di storia della città e dell’Italia è in vendita. Stellantis infatti ha dato il via alla “gara” tra le più importanti società di intermediazione immobiliare internazionali per decidere a chi affidare la cessione della palazzina uffici del Lingotto. Chi la comprerà, potrà fregiarsi dell’onore di lavorare negli uffici di Gianni Agnelli e Sergio Marchionne, tra le mura che hanno fatto la storia dell’industria italiana e che sono da tempo ormai malinconicamente vuote. Il simbolo di una grandezza passata e al tempo stesso del tramonto industriale che purtroppo a Torino pare ormai irreversibile.
Sul muro di via Nizza 250 il cartello “vendesi” ancora non c’è, ma ormai è solo questione di tempo. Stellantis dovrà selezionare l’intermediario a cui affidarsi e poi la ricerca del nuovo proprietario potrà cominciare. Un nuovo proprietario che dovrà comunque sottostare ad alcuni rigidi paletti. La palazzina, 20mila metri quadri circa, infatti è risalente al 1926 ed è vincolata dalla Soprintendenza dei beni architettonici. È la sola parte del Lingotto in vendita, visto che nel resto del complesso è in programma un restyling mirato a trasformare la pista sul tetto in un giardino aperto al pubblico. Si chiude così un’era, anche se in realtà ormai da tempo il Lingotto non aveva più un vero ruolo nell’azienda automobilistica torinese.
Il primo trasloco infatti risale al gennaio 2014, quando la sede legale della Fiat venne trasferita da via Nizza all’Olanda. Quattro anni dopo, l’evento che è stato l’ultimo vero spartiacque della storia recente dell’azienda torinese: la morte, nel 2018, di Sergio Marchionne, l’ultimo dei grandi manager ad avere il proprio ufficio in via Nizza. La sua scrivania rimasta vuota è stata solo la prima di una lunga serie: appena un anno dopo, infatti, anche John Elkann lasciò il proprio ufficio - proprio quello ereditato da Gianni Agnelli - per spostarsi in via Giacosa.
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Nei mesi successivi, lo hanno seguito gli occupanti dei quattro piani del Lingotto: dall’ufficio stampa ai servizi finanziari e delle relazioni industriali. E così, dopo aver visto ammainare il vessillo Fiat, la speranza dei commercianti del quartiere - il centro commerciale e non solo - è che con la vendita la palazzina torni anche a riempirsi di persone. Impiegati e lavoratori che possano contribuire al rilancio della zona. E chissà che nell’ufficio dell’Avvocato e in quello di Marchionne non possano trovare “casa” le scrivanie di qualche altro top manager
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