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20 Novembre 2021 - 08:33
La questione del nuovo supermercato Esselunga in corso Bramante, a nove mesi di distanza dal blocco imposto dalla sentenza del Consiglio di Stato, pare tutt’altro che risolta. Per capire che aria tira è sufficiente fare un giro a piedi attorno all’area (oggi abbandonata) di futura edificazione. Tra via Camogli, via Giordano Bruno e appunto corso Bramante non c’è traccia - da tempo - di operai al lavoro. Quel che rimane sul corso principale è lo scheletro di una costruzione che doveva ospitare un centro commerciale, mentre intorno sono diventate anche un’incognita le opere secondarie.
La pista ciclabile è transennata e impercorribile. E il cartello di lavori in corso quasi ingiallito. Tutto intorno insegne cadute a terra per colpa del vento, erba altissima che sembra voler coprire il cantiere e cancellare mesi persi dietro alla burocrazia. E una sensazione di degrado che si tocca con un dito. Così fino alla prima rotonda, angolo via Forlanini, e ai marciapiedi, ancora inutilizzabili. Non è bastata una seconda deroga al piano regolatore, approvata dalla precedente amministrazione per cancellare la bocciatura del Consiglio di Stato datata febbraio 2020. Questo perché l’altro supermercato di zona, il Carrefour all’angolo con corso Turati, ha deciso di ripetere il ricorso al Tar. Non convinto, evidentemente, delle motivazioni della Città.
«È un problema per la popolazione - spiega il coordinatore all’Urbanistica della Circoscrizione 1, Francesco Martinez -, e ci stiamo già attivando per discuterne, prossimamente, in una commissione». Sulla questione era già stata approvata, nella passata legislatura, un’interpellanza agli organi centrali presentata dall’ex capogruppo del Pd e attuale coordinatore al Commercio della 1, Thomas Ponte.
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