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22 Marzo 2022 - 08:13
È allarme sfratti, a Torino e in Piemonte. Lo denunciano i sindacati, che ieri hanno tenuto un sit-in davanti al consiglio regionale di via Alfieri. Cgil, Cisl, Uil, Sunia, Sicet, Uniat e Unione inquilini presenti al presidio per chiedere a Governo e Regione soluzioni contro l’emergenza abitativa. Un problema che è stato «più sottovalutato di altri dalla pandemia in poi», come denunciato da Domenico Paolo, presidente Uniat Piemonte. I numeri, se fossero confermati, fanno impressione: in Piemonte, dopo lo sblocco deciso dal Governo sarebbero 5mila le persone a rischio sfratto nei prossimi mesi. Un numero a cui si arriva sommando alle 500 richieste di esecuzione attuali le oltre 4mila che erano state bloccate dalla pandemia. «Ma quel numero potrebbe anche essere una cifra prudenziale - stima Sergio Contini, Sunia Cgil - perché ora che c’è il caro-bollette la situazione si fa più complicata».
Sì, il salasso di luce e gas potrebbe rendere ancora più difficile la vita dei piemontesi in difficoltà e aumentare, quindi, il totale delle famiglie a rischio sfratto. «In alcuni casi - prosegue Contini - le spese del riscaldamento sono aumentate del 60%. E le spese condominiali sono destinate ad aumentare». «E queste persone saranno poi a carico dei comuni, perché rischiano di ritrovarsi in strada visto che non ci sono soldi per sistemarle tutte - dice ancora Domenico Paoli -. Per cui, si creerebbe pure un un problema di ordine pubblico da gestire. Ma la politica si è girata troppe volte dall’altra parte».
Così il segretario regionale Sicet, Gianni Baratta: «Alla Regione chiediamo di aggiungere soldi per il fondo di sostegno agli affitti». I sindacati, in particolare, hanno espresso preoccupazione lamentando una mancanza di politiche abitative strutturali. Ci sarebbero infatti 866mila famiglie povere in Italia che, secondo l’Istat, vivono in affitto e corrispondono al 43% del totale delle famiglie in povertà assoluta nel nostro Paese. Dopo la pandemia e la ripresa delle esecuzioni degli sfratti sono circa 130-140mila, in Italia, i nuclei che rischiano di rimanere sulla strada, decine di migliaia le esecuzioni immobiliari, i rincari delle utenze domestiche oltre all’incremento dell’inflazione sono un macigno per le famiglie. La richiesta, quindi, è di istituire un tavolo tra sindacati, Regione, Prefettura e Comune per programmare l’uscita scadenzata delle famiglie sotto sfratto e, a livello nazionale, le risorse per fare fronte agli sfratti e dare speranza alle famiglie. «La Regione deve avere un ruolo importante in questa situazione», conclude Paoli.
Nel corso del sit-in, le rappresentanze sindacali hanno avuto un confronto con Chiara Caucino, assessora alle Politiche della casa della Regione Piemonte. L’assessora si è detta «preoccupata dal problema del caro-bollette, un’emergenza che non ci voleva perché si somma ad altre emergenze. Per avere più risorse - ha aggiunto - serve però l’aiuto dal Governo». Intanto, è arrivata una data proprio per il tavolo inter-istituzionale: al momento, è convocato per il 29 marzo.
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