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29 Dicembre 2022 - 07:51
Il 2022 è agli sgoccioli così come lo sono le finanze di molte famiglie torinesi che quest’anno hanno visto diminuire il loro potere di acquisto a fronte di un innalzamento folle dei prezzi. Dalle bollette alla spesa alimentare, dal carburante ai pranzi di Natale e Capodanno. L’aumento dei costi energetici e l’inflazione hanno costretto le famiglie residenti in Piemonte a spendere, in media, ben 3.800 euro in più rispetto al 2021. È il calcolo contenuto nell’analisi condotta dall’avvocato Patrizia Polliotto, presidente del comitato regionale piemontese dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc).
I MAGGIORI RINCARI «Tra le voci di spesa che hanno maggiormente contribuito all’incremento del costo medio della vita il caro-energia per le bollette di luce e gas (+30%), il caro-carburanti per riscaldamento e trazione (+35%), il caro-alimentari (+25%) oltre al caro libri, abbigliamento e cura della persona, in aumento complessivamente del 10%» spiega la presidente di Unc Piemonte. «Il problema principale - sottolinea Polliotto - risiede nella maggiorazione di costi di filiera che ha investito l’industria nel suo complesso, dalle materie prime, alla logistica e trasporto, agli imballi in carta e cartone che mai come quest’anno sono stati drasticamente ridotti al minimo sindacale, in termini di quantità di materiale impiegato e decorazione delle confezioni».
STANGATA SUL NATALE L’aumento dei prezzi ha inciso notevolmente anche sulle feste di Natale che quest’anno sono state decisamente ridimensionate in termini di spesa e consumi. Per quanto riguarda i regali «circa il 30% dei piemontesi ha rinunciato a farli, e il 70% li ha acquistati in coppia per amici e parenti. L’80% dei residenti in Piemonte occuperà invece la tredicesima per lo più a copertura di spese legate a casa e famiglia» spiega l’avvocato.
Anche i cenoni di Natale e Capodanno risentono dei rincari. L’aumento stimato dal comitato Unc Piemonte oscilla infatti tra il 9% e il 13%. «La maggior parte dei piemontesi - spiega la presidente Patrizia Polliotto - ha trascorso la Vigilia di Natale a casa o presso amici e parenti, lo stesso farà per Capodanno, mentre soltanto il 30% ha scelto di gustarsi in un locale almeno un pranzo delle due festività».
Analizzando i dati forniti emerge che la spesa media pro capite per i menu dei due cenoni oscillerà tra i 21 e i 40 euro, con un aumento medio di circa il 9% rispetto al 2021. Secondo l’indagine, gli aumenti più significativi riguardano i prodotti di mare, latte, formaggi e frutta secca. Anche la carne ha subito un notevole aumento del 10,5% in più, con punte del 18% per il pollo. Per un pranzo a base di pesce si registra un +10%, con aumenti dell’8% per il pesce fresco, +14,8% quello surgelato, +9% i molluschi freschi. Il latte conservato sale del 31%, il fresco del 20,1%, i formaggi freschi del 25%. Sul fronte della frutta e della verdura, i prodotti che hanno subito i rincari maggiori risultano essere l’insalata e i cavoli (+18,5%) e le arance (+13%). Lo zucchero tocca addirittura quota +48,5%. Anche il brindisi di fine anno costerà di più, con il vino in crescita del 6%, e i liquori al +5,5%. Ed è proprio lo spumante a registrare il record dei rincari, con aumenti di prezzo che superano il 7% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. Il 2023 inizia dunque con l’amaro in bocca.
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