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Senza Maserati 260 esuberi alla Lear: un operaio su due resta senza lavoro

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Un lavoratore su due è di troppo. Insomma, rischia di restare a casa dalla Lear di Grugliasco, una delle storiche fornitrici di Stellantis e dell’indotto automotive del Torinese che che produce sedili in particolare per la Maserati. Alla luce del «pesante calo produttivo delle vetture» marchiate con il Tridente, la preoccupazione dei sindacati si concentra sullo stabilimento che, come unico committente, produce i sedili per Ghibli, Quattroporte, Levante, Gran Cabrio, per cui ancora non esiste un piano industriale. L’impresa di proprietà di una multinazionale americana ha comunicato, infatti, 260 esuberi su un totale 420 lavoratori. La conferma è arrivata dal l’amministratore delegato per l’Italia nel corso di un incontro con le parti sociali. Aria di cassa integrazione e contratti di solidarietà già spira da almeno una decina di anni. Ma il prossimo maggio scadranno gli ammortizzatori sociali che, fino a oggi, hanno permesso di compensare i cali produttivi senza una strategia concreta per la diversificazione delle produzioni. Non a caso i sindacati metalmeccanici Fim Fiom e Uilm hanno chiesto alla Regione Piemonte di aprire un tavolo di crisi con l’azienda che, recentemente, ha sofferto un grosso calo di volumi perdendo la commessa per i sedili della 500E a Mirafiori e che punta all’obiettivo dei 100mila modelli all’anno, benché il nuovo committente sia la Martur in Turchia. «Abbiamo chiesto una convocazione urgente per far sì che la vertenza a cui è legato il destino di centinaia di famiglie, possa avere la giusta attenzione anche da parte istituzionale con l’obiettivo comune di ricercare le opportune soluzioni. Sono state programmate le assemblee sindacali per valutare le iniziative da mettere in campo» sottolineano Fim, Fiom e Uilm dopo il confronto con l’azienda. «L’unica certezza con cui siamo usciti dall’incontro è l’intenzione dell’azienda di tagliare il personale. A maggio si esauriranno tutti gli ammortizzatori sociali utilizzati finora per compensare il calo produttivo, ma è evidente che in mancanza di nuove commesse il futuro dell’azienda è segnato» commentano il segretario generale della Uilm di Torino, Luigi Paone, e il funzionario Antonio Iofrida. «Per questo chiediamo un incontro urgente al presidente della Regione Alberto Cirio. Bisogna utilizzare al meglio il tempo che ci rimane da qui a maggio per trovare una soluzione concreta per questi lavoratori e per le loro famiglie. Ed evitare che chiuda un’altra importante realtà dell’indotto».
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