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Lear, scade la cassa a 260 lavoratori. Cirio: «La estendiamo fino al 2024»

Lear
Si prospetta una primavera di lacrime e sangue per i 260 lavoratori della Lear che a fine maggio vedranno scadere la cassa integrazione rischiando così di finire in mezzo alla strada. Ieri pomeriggio, davanti alla Regione in piazza Castello, si leggeva lo sconforto nei volti dei tanti operai e operaie che per decine di anni hanno cucito e assemblato sedili nello stabilimento di Grugliasco. «Lavoro alla Lear da 27 anni, se mi licenziano non so davvero che fare, ho due figli da mantenere» si lamenta Elisabetta, 52 anni, insieme alle sue colleghe, molte a un passo dalla pensione. Giuseppe di anni ne ha 53 e non ha davvero idea di come potrà mantenere la sua famiglia se scatteranno gli esuberi: «Ho una figlia di 14 anni, mia moglie non lavora, non so neppure come mandarla in gita scolastica. Inoltre - aggiunge - mi è venuta la tendinite per la fatica». Anche Gianluca, 49 anni, sta patendo molto questa situazione di incertezza: «Mi sono spaccato la schiena per 30 anni, mi è pure uscita un’ernia, e adesso sto vivendo nella paura di perdere tutto, ho la tachicardia e non dormo la notte». All’interno dello stabilimento si producono sedili soltanto per i modelli della Maserati. Ma la domanda è calata e al momento non sembrano esserci risposte né da parte dell’azienda né da Stellantis. «Fino al 2013 la Lear produceva sedili per tanti modelli diversi, poi con l’istituzione del polo del lusso la produzione è diventata di alta gamma e si è prodotto soltanto per Maserati, da lì è iniziato il declino, gli ammortizzatori sociali e ora gli esuberi, ma io ho tre figli da mantenere e non so proprio come fare» si lamenta Roberto Baroni, rsu Fim Cisl. «L’azienda è entrata ulteriormente in crisi nel 2019 perché ha perso la commessa per i sedili della 500 elettrica che è stata data all’azienda turca Martur. E oggi nello stabilimento di Grugliasco si lavora un paio di giorni al mese con impianti saturi al 30%» sottolinea Antonio Gullo, rsu Fiom Cgil, scettico anche sul futuro: «Tavares ha già detto che il settore premium di Stellantis sarà nello stabilimento di Cassino». Durante la manifestazione una delegazione sindacale ha incontrato gli assessori regionali Andrea Tronzano e Elena Chiorino per chiedere: «Un tavolo di crisi al ministero al fine di ottenere il prolungamento dei contratti di solidarietà per i 260 dipendenti in esubero su 420 totali». A rassicurare i lavoratori ci ha pensato il governatore del Piemonte, Alberto Cirio: «Abbiamo un doppio tema da affrontare: garantire con il ministero il sostegno economico a tutti i lavoratori dell’azienda almeno fino alla fine del 2024, e poi trovare il modo di continuare a farvi fare il vostro lavoro. A tal proposito - ha aggiunto presidente - abbiamo cercato di capire con l’azienda quali saranno le nuove commesse, ma da parte nostra ci siamo fatti carico, insieme alle organizzazioni sindacali, di parlare con Stellantis per capire quali saranno le prospettive future». Lavoratori e sindacati hanno già palesato le loro richieste: «Chiediamo alla Lear di produrre, oltre ai sedili, anche componentistica per auto, come cablaggi e scocche per l’elettrico, e da Stellantis pretendiamo un’articolazione del suo core business per permetterci di continuare a lavorare». Insieme ai manifestanti ieri pomeriggio c’era anche il segretario generale della Fiom Cgil di Torino, Edi Lazzi: «È lapalissiano che la Lear si inserisce esclusivamente nel gruppo Stellantis che, se non porterà qui nuove produzioni, inevitabilmente licenzierà tutti i lavoratori».
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