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L'intervista esclusiva
18 Gennaio 2025 - 05:00
Alexandru Stefan Gheban, Samuele Raimondo. Andrea Ferrero
Le criptovalute sono tornate a fare notizia. Dopo l'elezione di Donald Trump, il settore ha registrato un’impennata simile a quella di inizio 2024, quando la Federal Reserve ha iniziato a parlare di un possibile taglio dei tassi di interesse. Non siamo ancora ai picchi del 2021, quando alcuni investitori sono riusciti a guadagnare milioni in pochi giorni. Allora, il mercato era spinto dalla FOMO, il timore di perdere un’occasione irripetibile, e da speculazioni che inevitabilmente hanno portato a correzioni rapide dopo il boom (lo stesso Bitcoin era sceso a 16 mila dollari) . Oggi, invece, la situazione appare diversa: la salita sembra più seria e sostenuta, supportata da player di un peso notevole, come grandi istituzioni finanziarie e investitori istituzionali, che stanno portando il mercato delle valute digitali a una maturazione più solida e a lungo termine. Ma dove siamo davvero con queste monete digitali?
Per fare chiarezza sul futuro delle criptovalute, abbiamo parlato con Andrea Ferrero, 27 anni, giovane mago delle cripto, Ceo e fondatore di Young Platform, una startup torinese che in pochi anni ha conquistato l’interesse di investitori di peso, diventando una delle realtà più promettenti del panorama. Ferrero, che ha lanciato la sua azienda mentre era ancora studente di Informatica all’Università di Torino, ci ha confidato: "Puntiamo a diventare una banca digitale".
Young Platform ha già conquistato una posizione di rilievo nel mercato italiano delle criptovalute, diventando una delle tre principali piattaforme di cryptocurrency trading con una quota di mercato del 36%. Nel primo trimestre del 2022, la società ha superato il milione di utenti, con un volume d’affari che ha registrato un aumento di ben 11 volte rispetto all’anno precedente. La startup ha attirato l'attenzione di investitori di peso come Azimut, uno dei principali operatori indipendenti nel risparmio gestito in Europa, con oltre 83 miliardi di euro in gestione, che ha partecipato come lead investor all’aumento di capitale di 16 milioni di euro per supportare l'espansione internazionale della piattaforma. Grazie a questo round di finanziamento, che ha coinvolto anche Banca Sella e United Ventures, Young Platform è ora pronta a fare il grande salto oltre i confini nazionali. Abbiamo chiesto a Ferrero cosa ci riserva il futuro. E il giovane imprenditore non si è risparmiato.
È ufficiale: Intesa San Paolo è ufficialmente entrata nel mondo delle criptovalute. Cosa rappresenta questo passo per una banca di tale importanza?
"Esiste una teoria chiamata “teoria dei giochi” o “teoria degli incentivi”: nessuna istituzione ha veri incentivi a rimanere indietro. Più temporeggiano, più rischiano di essere tagliate fuori e di pagare un prezzo salatissimo dopo. Guardiamo al caso BlackRock: prima che comprasse Bitcoin, il prezzo era a 60.000 dollari; oggi è stato spinto fino a 100.000.
Le banche europee sono in ritardo rispetto agli americani. Se gli Stati Uniti approvassero l’acquisto di Bitcoin a livello statale, il prezzo potrebbe salire ancora di più. È una competizione, e Intesa San Paolo non poteva più permettersi di restare fuori".
Carlo Messina, AD di Intesa, in passato definiva le criptovalute una bolla speculativa, mentre ora parla di un test. Ma è davvero così?
"Messina lo definisce come tale, ma è chiaro che non lo sia. Intesa ha lanciato un servizio cripto per i clienti. Siamo passati dal sconsigliare Bitcoin a offrire l’acquisto diretto di Bitcoin e ETF correlati (fondi negoziati in borsa che replicano l’andamento del prezzo di un asset, come BTC). Le banche europee stanno cercando di colmare il divario con gli USA: l’ETF di BlackRock, per esempio, quest'anno ha raggiunto una liquidità maggiore di quella dell’oro. È un gap enorme, e le banche europee stanno accelerando per recuperare terreno".
Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, conferma la sua posizione critica nei confronti di Bitcoin, definendolo ancora uno “schema Ponzi”. Nonostante non si opponga completamente alle criptovalute, Dimon sostiene che BTC non abbia un valore intrinseco e lo considera uno strumento usato principalmente dai trafficanti di sesso, dai riciclatori di denaro e nei pagamenti per i ricatti digitali. Cosa spinge questo gigante bancario a mantenere questa posizione così ferma?
"È una questione di potere. I banchieri tradizionali vogliono mantenere la sovranità monetaria perché, se la perdi, perdi il controllo economico globale. Bitcoin, proprio per la sua natura decentralizzata, rappresenta una minaccia a questo ordine stabilito. Le criptovalute sfidano il sistema, e istituzioni come JPMorgan lo vedono come una forma di disintermediazione che minaccia direttamente la loro dominance del mercato. È per questo che sono così scettici e si concentrano nel dipingere Bitcoin come uno "schema Ponzi". Ma, al di là delle retoriche, c'è un fatto: anche chi non crede nel Bitcoin deve riconoscere che è una moneta migliore rispetto a quella che usiamo oggi, come l'Euro. In un contesto dove l'inflazione dilapida costantemente il valore della nostra moneta, Bitcoin si propone come un'ancora di salvezza".
Andrea Ferrero
Se tieni i tuoi risparmi in euro, non solo non guadagni nulla, ma il loro valore diminuisce. Con un’inflazione media del 2,5% all’anno, in 15 anni perderesti oltre il 30% del potere d’acquisto. Questo è un dato di fatto che non si può ignorare. Non è un caso che, un tempo, i nostri nonni abbiano costruito ricchezza investendo negli immobili. Oggi, però, mantenere il denaro fermo in una moneta che perde valore ogni anno non è più un’opzione. Bitcoin, invece, ha una scarsità programmata che lo rende una protezione efficace contro l’inflazione".
L’Europa sta per introdurre MICA, una regolamentazione che entrerà in vigore nel 2025. Ma pensi che sarà sufficiente per proteggere gli utenti e il settore dalle truffe e dai rischi legati alle criptovalute? E per quanto riguarda le meme coin, cosa ne pensi?"
"MICA è sicuramente un passo avanti enorme. Con questa regolamentazione, l'Europa sta cercando di mettere ordine in un settore che fino ad ora è stato troppo poco strutturato. In teoria, dovrebbe ridurre il rischio di truffe e operazioni illecite, ma il problema principale è culturale. La realtà è che molte persone, soprattutto i meno esperti, si avvicinano alle criptovalute pensando di poter diventare ricchi in poco tempo, come se fosse un gioco d'azzardo. È una mentalità da 'colpo di fortuna', dove si spera di guadagnare velocemente senza considerare le implicazioni a lungo termine. Questo è pericoloso, perché si rischia di perdere tutto in un attimo, come accaduto con tanti progetti falliti. Quello che dobbiamo fare, come settore e come educatori, è cambiare questa mentalità e promuovere un approccio più consapevole, dove si riconosce che le criptovalute sono una tecnologia e un asset che possono essere utilizzati per costruire valore, non una scommessa".
Mentre scriviamo, Bitcoin ha raggiunto quota 102 mila dollari (Fonte Investing)
Le meme coin sono un prodotto della cultura digitale, capaci di esplodere in popolarità grazie a figure influenti come Elon Musk, che ha un potere straordinario nel plasmare le tendenze del mercato. Sebbene non abbiano un valore intrinseco, potrebbero trovare una loro utilità come metodo di pagamento nel futuro. Stiamo assistendo a un’evoluzione dell’economia digitale, dove Musk, ad esempio, potrebbe decidere di utilizzarle per pagare i content creator su X (ex Twitter), facendo impennare il loro valore. Ma, come spesso succede nel mondo cripto, potrebbero anche crollare a zero. È un rischio, certo, ma è anche la prova di come la cultura digitale stia trasformando l’economia in modo profondo e rapido".
Come sta andando la tua creatura Young Platform?
"Il 2024 è stato davvero un anno perfetto per noi. I ricavi sono raddoppiati rispetto al 2023, un anno complicato a causa del crollo del mercato delle criptovalute, che aveva influenzato negativamente tutto il settore. Tuttavia, non ci siamo mai fermati. Abbiamo utilizzato quei momenti difficili per rafforzare la nostra offerta e migliorare i nostri servizi. Per il 2025, abbiamo grandi ambizioni: puntiamo a diventare una banca digitale simile a realtà come Hype o Revolut. Siamo già al lavoro su una carta di debito per i nostri clienti, che non solo permetterà di gestire criptovalute, ma anche di integrare azioni, con l’obiettivo di rendere la nostra piattaforma ancora più completa. Vogliamo essere la nuova generazione di banche, un'alternativa innovativa ai tradizionali istituti bancari, in grado di rispondere alle esigenze di una clientela giovane e dinamica, sempre più alla ricerca di soluzioni moderne e flessibili per la gestione del proprio denaro. Inoltre, siamo sempre alla ricerca di talenti: Torino, la nostra base, è un vero e proprio hub di eccellenze nel campo tecnologico, e siamo sempre alla ricerca di sviluppatori e professionisti che condividano la nostra visione per aiutarci a crescere. Stiamo costruendo il futuro della finanza, dove i giovani non sono solo spettatori, ma protagonisti di una nuova era digitale, con soluzioni bancarie più rapide, flessibili e intelligenti".
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