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Economia & Finanza
06 Aprile 2025 - 23:25
Dopo una settimana segnata da crescenti tensioni sui mercati internazionali e terminata con risultati paragonabili al periodo del crollo Lehman Brothers o l'11 Settembre, anche Piazza Affari si prepara a un avvio di contrattazioni incerto lunedì 7 aprile, mentre si accumulano i segnali di stress dalle Borse del Golfo e dalle piazze asiatiche. Il focus sempre sui dazi decisi dell’amministrazione Trump e lo spettro, in particolare, del pesante pacchetto di misure contro Cina e Vietnam che ha riacceso i timori di una guerra commerciale su vasta scala, colpendo in particolare i settori energetico, manifatturiero e tecnologico.
L’indice FTSE MIB ha chiuso la settimana con un crollo del 6,53%, portando alla peggiore performance settimanale dal 2020, con oltre il 7%. La seduta di venerdì 4 aprile è stata particolarmente pesante, con una discesa secca che ha colpito duramente i bancari — in particolare Intesa Sanpaolo e Banco BPM — e i titoli legati all’energia, appesantiti dal calo del petrolio.
Più stabili le utilities e i titoli legati alla transizione energetica, come Enel e A2A, mentre Stellantis ha mostrato segnali di resistenza sul mercato USA, ma in Italia ha perso sensibilmente scendendo sotto i 9 euro ad azione, innescando un sentiment altamente negativo tra gli investitori.
Si calcola che, in due giorni, in Europa le Borse abbiano bruciato qualcosa come 2.000 miliardi, mentre Wall Street conta un allucinante - 5.000 miliardi di dollari.
Il crollo del petrolio e l’onda lunga del Golfo
Domenica, i listini del Medio Oriente hanno registrato pesanti ribassi, con l’indice saudita Tadawul giù del 6,8% e Saudi Aramco in calo del 5,3%, trascinando giù i mercati regionali. L’improvviso crollo del petrolio, scivolato sotto i 70 dollari al barile per il Brent (61,9 ossia il più basso dal 2021), preoccupa anche l’Italia, paese fortemente esposto ai riflessi energetici e geopolitici dell’area MENA.
GLI AGGIORNAMENTI DALLE BORSE ASIATICHE ORE 7
Le attese per la seduta di lunedì, nonostante qualche indicazione per possibili rimbalzi, sono all’insegna della cautela. Gli investitori italiani guardano ai mercati asiatici, che apriranno le contrattazioni in piena notte con il peso delle tensioni tariffarie e degli ultimi dati industriali cinesi in calo. Se Tokyo e Shanghai dovessero mostrare segni di cedimento, è probabile una nuova apertura negativa anche per Milano.
In parallelo, si attendono nuovi dati sull’inflazione dell’Eurozona e aggiornamenti da Bruxelles sull’evoluzione delle trattative commerciali UE-USA, che potrebbero rappresentare una sponda per contenere l’onda d’urto proveniente da Washington o avviare la descalation (ma la mancanza di unità di visione fra gli Stati rende difficoltosa questa via).
Piazza Affari, come gran parte delle Borse europee, si trova stretta tra due forze contrapposte: da un lato, la resilienza di alcuni settori domestici e il sostegno della BCE; dall’altro, le incognite globali che rendono difficile la lettura del breve periodo. Il tutto in un contesto di avversione al rischio crescente.
Lunedì 7 aprile si aprirà quindi con lo sguardo puntato su petrolio, Asia e dazi: saranno questi i tre indicatori chiave che definiranno l’umore di Piazza Affari e dei principali mercati continentali.
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