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Economia & Finanza

Stellantis, i rumors che agitano gli investitori

Il titolo ha perso quasi il 70% e in America scattano i licenziamenti: cosa succederà da lunedì?

Stellantis, i rumors che agitano gli investitori

Stellantis, che fare? La domanda se la pongono gli investitori - ancor più del board - di fronte alla disastrosa discesa dell'ultima settimana, complici anche i dazi Usa. Su base annua, Stellantis ha perso in Borsa quasi il 70% del suo valore, da 25,9 euro per azione agli 8,7 della chiusura di venerdì. E lunedì, alla riapertura di Wall Street, cosa succederà?

Secondo l'analisi di Teleborsa, "lo scenario di breve periodo di  Stellantis  evidenzia un declino dei corsi verso area 8,273 con prima area di resistenza vista a 9,78. Le attese sono per un ampliamento della fase negativa verso il supporto visto a 7,771". La volatilità è estremamente alta, e il titolo "risulta essere al centro dell'interesse del mercato dato che i volumi giornalieri pari a 57.027.175 sono superiori rispetto a quelli della media mobile a 22.922.344". Per Teleborsa, significa un investimento adatto a chi ama il rischio.

Negli ultimi giorni il sell-off ha dominato per il gruppo franco-italiano-americano. E nei forum di investimento si leggono i timori e gli scenari più vari. "Ci vediamo a 5" ha salutato i colleghi di un forum un investitore italiano, ipotizzando una discesa tale da far rispondere a un altro "così è a rischio Opa ostile dalla Cina". Scenari fantascientifici? C'è chi si azzarda a parlare di aumento di capitale, una mossa che però potrebbe far scendere ulteriormente il titolo (a meno che non sia seguito da immediato buyback di azioni). Il cash flow di Stellantis è però atteso in positivo e la liquidità finanziaria industriale supera i 49 miliardi di euro.

Rumors in ambiente finanziario attendono una revisione della guidance del Gruppo prima del pagamento dei dividendi (per circa 5 miliardi di euro) il prossimo 5 maggio. E la nomina del nuovo CEO - posizione vacante dopo le dimissioni di Carlos Tavares - in tempi rapidi, per aggiornare il piano industriale e correggere la rotta, con un focus particolare sul mercato Usa. Dove, al momento, è stato deciso lo stop produttivo temporaneo degli stabilimenti in Canada e Messico, che però hanno una ricaduta sulle altre attività. Negli Usa sono stati licenziati "temporaneamente" 900 lavoratori e una fabbrica Jeep è ferma. E l'Italia?

Il piano di sviluppo per l'Italia era configurato più per il mercato interno e quello europeo, con i nuovi modelli ibridi (dalla Fiat 500 a Mirafiori, ai sette modelli sviluppati a Melfi), mentre erano in stand by i progetti per il settore premium, con Maserati e DS. Cambieranno piani produttivi e investimenti promessi?

Sul fronte finanziario, ci sono elementi che possono far riflettere gli investitori: banche, fondi e assicurazioni hanno aumentato le proprie quote nel gruppo presieduto da John Elkann. La partecipazione di Vanguard Group, per esempio, è salita a 1,1 miliardi di dollari nell'ultimo trimestre. Banco Santander è salito a 94 milioni, Franklin Resources a 102 milioni, mentre Norges Bank, nuovo investitore, ha puntato 609 milioni di dollari. Allianz SE, infine, ha appena acquistato azioni per 1,5 milioni

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