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Guerra commerciale
09 Aprile 2025 - 16:08
Ursula von der Leyen (Foto di repertorio)
La reazione dell’Unione europea alla stretta protezionista degli Stati Uniti è arrivata. Con un voto quasi unanime – l’unica voce contraria è quella dell’Ungheria – Bruxelles ha dato il via libera ufficiale alla lista dei controdazi destinati a colpire una vasta gamma di prodotti americani. Una mossa calibrata e strategica che segna l’inizio di una controffensiva commerciale destinata a lasciare il segno.
Le tariffe, nella maggior parte dei casi fissate al 25%, verranno applicate in tre fasi ben distinte: dal 15 aprile, dal 16 maggio e dal primo dicembre. Si tratta di una risposta formale e strutturata all’escalation dei dazi imposta da Washington e già duramente contestata dalle imprese europee e da diversi governi del continente.
Il semaforo verde è scattato all’interno del comitato tecnico della Commissione europea, nell’ambito della cosiddetta comitatologia – il meccanismo che consente ai rappresentanti dei 27 Paesi membri di pronunciarsi sugli atti esecutivi dell’Ue. Una sorta di cabina di regia tecnica, fondamentale per trasformare in realtà le decisioni più operative dell’esecutivo europeo.
La procedura si è conclusa con l’approvazione formale del pacchetto, e ora tocca all’Ue notificare il provvedimento al Consiglio per gli scambi di merci dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) entro il 15 aprile. Da quel momento, la prima ondata di dazi – con aliquote del 10 e 25% – entrerà ufficialmente in vigore.
Bruxelles lascia comunque aperta la porta al dialogo. “I controdazi potranno essere sospesi in qualsiasi momento, qualora gli Stati Uniti accettino una soluzione negoziata, equa ed equilibrata,” sottolinea la Commissione europea in una nota. Il messaggio è inequivocabile: la linea dura è stata scelta, ma resta una via d’uscita diplomatica per disinnescare una guerra commerciale che rischia di danneggiare entrambe le sponde dell’Atlantico.
In gioco c’è più di una semplice partita doganale: si tratta del futuro degli equilibri globali negli scambi internazionali, in un momento in cui la politica commerciale è tornata al centro delle strategie geopolitiche. L’Europa ha deciso di non restare alla finestra. E adesso, tocca a Washington rispondere.
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