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Lavoro
24 Aprile 2025 - 17:05
Foto di repertorio
Il calendario di quest’anno regala due importanti festività nel cuore della settimana: il 25 aprile, che cade di venerdì, e il 1° maggio, in programma di giovedì. Due giornate simbolo per il nostro Paese, che oltre a un valore storico e sociale hanno anche un impatto concreto sulla busta paga di milioni di lavoratori.
Per chi in quei giorni non lavora, non cambia nulla sotto il profilo economico: la retribuzione resta integra, poiché si tratta di festività infrasettimanali previste dai contratti collettivi. Sono cioè giornate considerate a tutti gli effetti lavorative, ma “godute” come diritto del dipendente, con compenso pieno garantito.
Chi invece sarà in servizio, potrà contare su una maggiorazione dello stipendio, che varia in base al contratto collettivo applicato. Ad esempio, i lavoratori del commercio e i dipendenti pubblici riceveranno generalmente un incremento del 30% sulla retribuzione giornaliera. I metalmeccanici, invece, beneficiano in genere di un aumento pari al 50%. La cifra può variare ulteriormente a seconda del tipo di prestazione e della possibilità, prevista da alcuni contratti, di recuperare la giornata festiva con un riposo compensativo, pur mantenendo il diritto alla maggiorazione.
Ma cosa si intende esattamente per festività infrasettimanale? Quando una ricorrenza ufficiale come il 25 aprile o il 1° maggio cade in un giorno feriale, viene considerata una giornata di festività goduta, ovvero un giorno normalmente lavorativo in cui il dipendente ha il diritto di non lavorare percependo comunque lo stipendio. Se invece presta servizio, ha diritto a un compenso superiore o a un giorno di riposo alternativo, a seconda delle regole previste dal contratto collettivo di riferimento.
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