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Istruzione

Gli stipendi degli insegnanti italiani restano tra i più bassi d'Europa

Gli insegnanti italiani continuano a guadagnare meno rispetto ai colleghi europei, con un divario che dura da decenni

Gli stipendi degli insegnanti italiani restano tra i più bassi d'Europa

Nel discorso tenuto a Cagliari durante la cerimonia di apertura dell’anno scolastico 2024/25, fu il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a sottolineare le difficoltà economiche del personale scolastico, osservando che le retribuzioni italiane sono spesso inferiori rispetto a quelle degli altri Paesi europei. Questa affermazione trova riscontro nei dati pubblicati dall'OCSE, che rivelano come l'Italia sia il Paese con il maggiore calo salariale negli ultimi anni, con una riduzione del 7,3% nel 2024, a fronte di un abbassamento più contenuto del 2,9% dal 1990 al 2020.

Da ben 30 anni, i salari dei lavoratori italiani non sono stati adeguati in modo significativo, con alcune eccezioni nei settori più produttivi come quello chimico e metalmeccanico. L'inflazione degli ultimi anni ha acuito il divario, riducendo ulteriormente il potere d’acquisto dei cittadini. La situazione è particolarmente evidente nel settore dell’istruzione, dove le differenze tra Italia e gli altri Paesi europei sono marcate, non tanto tra nord e sud del nostro Paese, quanto piuttosto nel confronto con il resto dell'Europa.

Secondo il rapporto OCSE sull'educazione, i docenti italiani guadagnano meno dei colleghi europei. Ad esempio, lo stipendio medio annuo lordo di un insegnante di scuola primaria in Italia è di 36.800 euro, mentre in Francia è di 39.417 euro, in Olanda di 60.019 euro e in Germania di 74.937 euro. L’Italia risulta essere ben al di sotto anche della media europea, che si attesta a 42.599 euro.

La situazione non migliora salendo di grado: per i docenti delle scuole medie italiane, lo stipendio medio è di 39.463 euro, contro i 44.365 euro in Francia, i 44.962 euro in Spagna, i 72.869 euro in Olanda e gli 82.569 euro in Germania. La media UE si attesta a 45.015 euro. Solo Estonia (29.103 euro) e Repubblica Ceca (32.754 euro), con un PIL significativamente inferiore a quello italiano, hanno stipendi più bassi. Il confronto con gli altri Paesi europei è, quindi, un tema ricorrente da almeno due decenni.

Questi numeri hanno spinto i sindacati e l’opposizione a chiedere un intervento urgente. Il Ministro Giuseppe Valditara ha risposto che con il rinnovo del contratto e il taglio del cuneo fiscale previsto, gli stipendi degli insegnanti aumenteranno in media del 17% nei prossimi due anni, un incremento mai visto prima.

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