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L'INDAGINE
15 Aprile 2025 - 17:06
Dopo gli ultimi trimestri di «profondo rosso», le imprese piemontesi tornano a vedere segnali di ripresa.
L’ultima indagine congiunturale del centro studi dell’Unione Industriali Torino, che ha coinvolto 1.300 aziende, fotografa un secondo trimestre 2025 all’insegna di un cauto ottimismo: saldo positivo per occupazione (+7%), produzione (+4,4%) e ordini (+2,9%). Tuttavia, le attese sull’export restano negative (-3,6%), così come la redditività (-5,2%), a causa delle incertezze legate all’introduzione di nuovi dazi da degli Stati Uniti.
Eppure, oltre il 70% delle aziende conferma piani di investimento, con un quarto intenzionato ad acquistare nuovi impianti.
Focalizzandosi sulla manifattura torinese, vi è un sentimento pessimista a causa dell’aggravarsi della crisi del comparto automotive e dell’incertezza del settore, ma «non è una sorpresa».
«Le previsioni di quest’indagine sono in linea con gli indici nazionali, e confermano la qualità delle nostre imprese e filiere», commenta Marco Gay, presidente Unione Industriali Torino.
Alla spiegazione su questa «botta di ottimismo», Gay ha replicato definendo questi dati una «botta di concretezza. Si vive certo un periodo di incertezza e allarmismi, su cui non abbiamo risposte. L’atlantismo deve rimanere la base del fare impresa in Italia. Non possiamo prescindere dagli Stati Uniti, servono politiche economiche partendo dagli investimenti dei privati».
«Questi dati- conclude Andrea Amalberto, presidente Confindustria Piemonte- sorprendono in positivo. Un risultato tutt’altro che scontato dopo gli annunci sui dazi che espongono a notevoli rischi l’export. Un segnale importante che va colto per trasformare questa ripresa in crescita strutturale».
I DATI REGIONALI
Le attese sulla produzione si presentano sopra la media regionale a Verbania (15,7%), Asti (11,4%), Cuneo (+6,7%), Biella, che torna positiva dopo 7 trimestri (+7,5%) e Torino (4,5%). Prudenti ma ancora positive le attese ad Alessandria e Novara (rispettivamente +3,5% e +2,5%). Negativi i saldi per Vercelli (-4,8%) e Canavese (-7,1%).
I DATI SETTORIALI
Se da un lato nel comparto manifatturiero si rileva una certa prudenza (per la produzione, saldo fra ottimisti/pessimisti al +1,7%), dall’altro il terziario prosegue la crescita avviata dalla pandemia in poi (saldo al +10,4%), anche in virtù di una bassa incidenza dell’export che preserva maggiormente il mercato dei servizi dalle tensioni internazionali. Guardando ai singoli settori, nell’industria si registrano previsioni non omogenee sull’andamento della produzione. In particolare, migliorano le attese per cartario grafico (+24,1%), edilizia e impiantisti (+15,3%), chimica (+10,4%) e tessile-abbigliamento (+5,9%). Resta negativa la metalmeccanica: il saldo fra chi prevede una riduzione dei volumi nel trimestre e chi si attende un andamento stabile o in crescita, è al -6,1%, che diventa -24,6% per le realtà dell’automotive e -2,7% per quelle della meccatronica. Nel terziario tutti i comparti esprimono attese favorevoli, pur con diversa intensità. Particolarmente positive le attese per l’ICT (+23,0%).
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