Cerca

La crisi dell'ex Fiat

Stellantis, dividendi e premi ai manager (anche Tavares)

Gli azionisti approvano il bilancio 2024, ma uno su tre non ci sta. Intanto Elkann...

Stellantis, dividendi e premi ai manager (anche Tavares)

Il bilancio 2024 di Stellantis è stato un disastro, "anche" per colpa del board ammette John Elkann, ma gli azionisti non rinunciano ai loro soldi: quindi, approvata la distribuzione dei dividendi. Contestata invece la retribuzione dei dirigenti, a cominciare dalla buona uscita dell'ex CEO Carlos Tavares (oltre 35 milioni di euro).

L'assemblea degli azionisti di Stellantis ha infatti approvato il bilancio del 2024, che si è chiuso con ricavi netti per 159,9 miliardi (-17%) e un utile netto pari a 5,5 miliardi (-70%). Via libera di conseguenza al dividendo di 0,68 euro per azione ordinaria. Ma ben un terzo degli azionisti di Stellantis (il 33,07%) ha votato contro la relazione del comitato sulla remunerazione dei dirigenti. Il rapporto include la remunerazione dell'ex CEO del gruppo, Carlos Tavares, che ha raggiunto i 23,1 milioni di euro nel 2024, a cui si aggiungono una buonuscita di 2 milioni di euro e un bonus di 10 milioni di euro: ergo 35,1 milioni di euro. Nonostante l'opposizione interna, dunque, anche questa parte è stata approvata.

Quanto agli altri problemi sul tavolo, a cominciare dalla mancanza di un CEO, John Elkann ha ribadito che arriverà "entro la metà del 2025". Siamo a due mesi dalla scadenza, dunque. E il Gruppo sembra più che mai bisognoso di una nuova guida. Perché "il 2024 non è stato un buon anno per Stellantis. I motivi sono stati in parte di nostra competenza, il che ha reso il risultato ancora più deludente" ha ammesso il presidente John Elkann, che guidando lo speciale comitato esecutivo è di fatto il CEO.

Durante l'Assemblea degli azionisti di Stellantis, il presidente John Elkann ha espresso preoccupazioni riguardo alla situazione attuale del settore automobilistico in Europa e negli Stati Uniti a causa delle politiche governative e normative. In particolare, le normative europee sulle emissioni di CO2 hanno spinto verso un'elettrificazione del mercato automobilistico che Elkann ha definito "irrealistica" e non allineata con la domanda reale. Questo contesto si è ulteriormente complicato con il ritiro repentino degli incentivi governativi per l'acquisto di veicoli elettrici e con un'infrastruttura di ricarica ancora inadeguata, portando così a una transizione più lenta da parte dei consumatori verso l'elettrico.

Nel frattempo, Elkann ha notato come la Cina stia seguendo un percorso di crescita differente, con aspettative di superare per la prima volta quest'anno il mercato automobilistico combinato di Europa e Stati Uniti, in termini di volume. Negli Stati Uniti, l'industria affronta anche pesanti dazi, con un'imposizione del 25% sui veicoli, oltre a tariffe aggiuntive su materiali e componenti come alluminio e acciaio. Questo quadro tariffario e normativo, ha sottolineato, pone a serio rischio la tenuta del settore automobilistico sia in Europa che negli Stati Uniti, minacciando decine di migliaia di posti di lavoro, l'innovazione e la solidità delle comunità industriali.

Nonostante le difficoltà, Elkann ha evidenziato che una transizione ordinata è ancora possibile, a patto che le autorità statunitensi ed europee intraprendano azioni urgenti e decisive. Di segno positivo sono stati giudicati i recenti segnali provenienti dall'amministrazione Trump, che sembrano delineare una revisione delle tariffe in favore dell’industria automobilistica (ed è forse la ragione per cui nella giornata di oggi il titolo ha guadagnato oltre il 5%). Elkann ha concluso ribadendo che, nonostante il periodo di estrema pressione, il settore automobilistico resta una delle principali colonne portanti dell'economia occidentale, il cui sostegno richiede interventi mirati da parte dei governi.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.