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Il Borghese
15 Aprile 2025 - 05:50
Come aprirà oggi Stellantis a Piazza Affari? È la domanda che nei forum degli investitori, e nelle chat degli analisti, rimbalza molto più di quanto abbia fatto il titolo nella giornata di ieri (+1,91% e quotazione a 7,81). E il Gruppo, da cui dipendono i destini del Piano per l’Italia, è fragile, senza guida. E oggi è atteso dall'assemblea degli azionisti.
Stellantis, infatti, non ha ancora un CEO: il ruolo è svolto dal comitato esecutivo di cui è a capo John Elkann. Come a dire che è lui il CEO. Ma rischia di fare peggio dell’uomo che ha licenziato (o fatto dimettere).
A giugno, nel momento in cui aveva rivisto la guidance, Stellantis allora sotto la guida di Carlos Tavares aveva pronosticato dividendi ai soci per circa 7 miliardi. Saranno poco più di 5, in distribuzione a maggio, ammesso che l’assemblea degli azionisti oggi decida di approvarli. Il bilancio 2024 ha segnato un terribile -70%. Adesso, però, sono bastati i primi tre mesi per spalancare un baratro: i principali analisti hanno tagliato il target price (a 11 euro da 14 che era), si stima che al momento il calo, rispetto al 2024, sia già attorno al 14%, con ricavi per soli 36 miliardi. Pesa l’effetto dei dazi, al netto della possibile "pausa" di Trump, ma anche di una (nuova) politica su cui porsi domande.
Stellantis ha aggiornato i suoi piani (con la svolta ibrida), ma il disegno non differisce molto da quello di Tavares. Elkann ha giocato mosse politiche: ricuce rapporti con il governo italiano, ma alla fine propone le stesse cose di prima. Per rivitalizzare il mercato americano, si avvicina a Trump, finanziando anche la cerimonia di insediamento del presidente, e si trova in cambio i dazi che stangano tutto l’automotive. Tavares, almeno, prima incassava (incentivi o finanziamenti, sulle due sponde dell’oceano e ai soci negli anni ha fruttato 16,4 miliardi e rotti di soli dividendi, tagliando tutto il tagliabile e anche di più). Elkann è un finanziere, così come i suoi consulenti. Ma sotto il suo interim, il Gruppo ha già perso almeno 12 miliardi di capitalizzazione e i mercati sentono l’odore del sangue. Bisogna sbrigarsi a cedere il volante.
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