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Trimestre in calo

Stellantis in calo nel primo trimestre del 2025: ecco il perché

Registrato un calo del 9% rispetto al 2024, in particolare negli Stati Uniti e in Europa

Stellantis in calo nel primo trimestre del 2025: ecco il perché

Stellantis ha comunicato oggi le stime preliminari delle consegne consolidate per il primo trimestre dell’anno, e i risultati non sono quelli sperati. Il periodo si chiude con un totale di circa 1,2 milioni di veicoli consegnati, registrando un calo del 9% rispetto allo stesso trimestre del 2024.

Il gruppo ha attribuito il rallentamento a fattori produttivi e di transizione del portafoglio prodotti, in particolare in Nord America ed Europa. In Nord America, le consegne sono scese del 20% (-82.000 unità) a causa della ridotta produzione nel mese di gennaio, dovuta a ferie prolungate, e all’avvio delle nuove versioni 2025 dei truck pesanti Ram. In Europa, la flessione è stata più contenuta (-8%, pari a 47.000 unità in meno), con un impatto legato alla sostituzione di modelli nei segmenti A e B non ancora lanciati sul mercato e al calo della domanda di veicoli commerciali leggeri (LCV).

Nonostante le difficoltà, Stellantis evidenzia segnali positivi su più fronti. Negli Stati Uniti, i modelli Jeep Compass, Grand Cherokee e Ram 1500/2500 hanno registrato una crescita delle vendite superiore al 10% rispetto allo stesso periodo del 2024. A marzo, inoltre, gli ordini retail hanno toccato il livello più alto dal luglio 2023.

A fornire un importante contributo positivo è stato il cosiddetto “Terzo Motore”, che raggruppa le attività di Stellantis in Sud America, Medio Oriente & Africa, e Asia-Pacifico (inclusi Cina e India). In quest’area, le consegne complessive sono aumentate del 4% (+13.000 unità). In particolare, il Sud America si conferma un mercato chiave per Stellantis, con un incremento del 19% sostenuto dalla forte domanda in Brasile e Argentina, che ha più che compensato i cali registrati nelle altre macro-regioni. In Medio Oriente e Africa, invece, le consegne sono diminuite del 15%, in seguito alle restrizioni all’importazione imposte in Algeria, Tunisia ed Egitto.

I dati resi noti oggi non sono stati ancora sottoposti a revisione contabile e saranno ufficializzati nel prossimo rapporto trimestrale su ricavi e consegne.

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