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Economia

Stop ai “passaporti d’oro”: la Corte UE condanna il programma maltese di cittadinanza in cambio di investimenti

Secondo la Corte di Giustizia dell’Unione, il sistema viola il diritto comunitario e svende l’identità europea

Stop ai “passaporti d’oro”: la Corte UE condanna il programma maltese di cittadinanza in cambio di investimenti

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che il programma di cittadinanza per investimenti adottato da Malta viola il diritto comunitario. Il verdetto, emesso martedì, obbliga il governo maltese a interrompere definitivamente quello che viene comunemente definito uno schema dei “passaporti d’oro”.

Dal 2015, il programma maltese permetteva a cittadini stranieri di ottenere il passaporto dell’Unione Europea in cambio di un investimento minimo di 600mila euro e un periodo di residenza sull’isola. Un sistema che ha generato entrate per circa 1,4 miliardi di euro, ma che secondo la Corte trasforma la cittadinanza europea in una merce di scambio, mettendo a rischio i principi fondamentali dell’Unione, tra cui la libera circolazione.

La Corte ha criticato duramente l’idea che la cittadinanza di uno Stato membro — e di conseguenza quella europea — possa essere acquisita unicamente sulla base di una transazione economica, senza legami autentici con il paese ospitante. Ha definito il programma una “commercializzazione della cittadinanza” che compromette la fiducia tra Stati membri e mina la sicurezza dell’area Schengen.

La Commissione Europea aveva avviato una procedura d’infrazione nel 2020 contro Malta e Cipro, accusando entrambi di svendere la cittadinanza. Cipro ha chiuso il proprio programma nel 2021, seguita dalla Bulgaria nel 2022. Malta era rimasta uno degli ultimi paesi UE a mantenerlo attivo, nonostante le critiche internazionali e i rischi connessi all’accesso facilitato nell’Unione da parte di soggetti potenzialmente non verificati.

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