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Economia

Trump spinge su difesa e sicurezza, e fa anche numerosi tagli: ecco il bilancio

Aumentano le spese militari e per i confini. Drastici tagli ai fondi pubblici per istruzione, ambiente, salute e media indipendenti

Trump spinge su difesa e sicurezza, e fa anche numerosi tagli: ecco il bilancio

Il bilancio federale proposto dalla Casa Bianca per il 2026 riflette con chiarezza le priorità dell’amministrazione Trump: più fondi per difesa e sicurezza interna, tagli drastici a molte voci della spesa pubblica, dalle agenzie spaziali alla sanità, dall’istruzione alla cooperazione internazionale. La proposta prevede un aumento del 13% della spesa per la difesa e addirittura un +65% per la sicurezza interna, in linea con la linea dura del presidente sul controllo delle frontiere. Contestualmente, è stato annunciato un taglio complessivo del 22% alla spesa pubblica discrezionale non militare, per un totale di circa 163 miliardi di dollari.

Secondo quanto anticipato da CNN e Wall Street Journal, i settori più colpiti saranno l’istruzione, la sanità, l’ambiente, l’edilizia pubblica e gli aiuti internazionali. Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani vedrebbe ridurre il proprio bilancio di oltre 33 miliardi, passando da 127 a 93,8 miliardi di dollari. Pesanti tagli toccherebbero anche l’EPA (Agenzia per la protezione ambientale), l’Istituto nazionale di sanità, il Dipartimento dell’Istruzione e l’ente per lo sviluppo urbano.

Il grosso dei fondi verrà destinato a difesa militare e protezione dei confini, che potrebbero ricevere 1.010 miliardi di dollari, cifra record nella storia recente americana. Solo per la messa in sicurezza dei confini si prevedono 175 miliardi di dollari. Tra le priorità anche la sicurezza aerea e ferroviaria, i programmi a sostegno dei veterani e il rafforzamento delle forze dell’ordine. “Dobbiamo garantire alle agenzie che respingono le invasioni ai nostri confini le risorse per completare la loro missione”, si legge nella nota ufficiale diffusa dalla Casa Bianca.

Durissimo anche il colpo alla Nasa, il cui budget verrebbe ridotto da 24,8 a 18,8 miliardi di dollari, con un taglio del 24%. I programmi più penalizzati riguardano la scienza spaziale, le missioni lunari e marziane, con il rischio di cancellazione per il Mars Sample Return (in collaborazione con l’ESA) e una completa revisione del programma Artemis. Lo Space Launch System e la capsula Orion verrebbero abbandonati dopo appena tre missioni, per fare spazio a “sistemi commerciali più economici”. Restano 7 miliardi per l’esplorazione lunare e 1 miliardo per nuovi progetti su Marte. La priorità dell’amministrazione, secondo la Nasa, resta “tornare sulla Luna prima della Cina e mandare un americano su Marte”. Tra i tagli più significativi anche quelli alle Nazioni Unite, da tempo in sofferenza per i ritardi nei pagamenti statunitensi. Gli USA hanno già 1,5 miliardi di dollari di arretrati per il bilancio ordinario e 1,2 miliardi per le missioni di pace.

La stretta voluta da Trump ha spinto il segretario generale António Guterres a lanciare un piano di riforma d’emergenza, che prevede la fusione di decine di agenzie in quattro macro-dipartimenti (pace, umanità, sviluppo e diritti umani). Un super-organismo potrebbe accorpare Unicef, PAM, OMS e Unhcr. Infine, Trump ha firmato un ordine esecutivo per limitare i finanziamenti pubblici a due media indipendenti: NPR e PBS, accusati di “copertura giornalistica di parte”. L’ordine, siglato a bordo dell’Air Force One e annunciato in piena notte, chiede alla Corporation for Public Broadcasting di annullare i fondi esistenti e negare nuovi finanziamenti.

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