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Fine mediazioni
03 Maggio 2025 - 07:43
Il vice presidente J.D. Vance
Gli Stati Uniti non assumeranno più il ruolo di mediatori attivi nel conflitto tra Russia e Ucraina. A dichiararlo è stata la portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, durante un briefing in cui ha sottolineato che "adesso spetta a loro", ovvero a Mosca e Kiev, trovare "idee concrete per porre fine a questo conflitto".
Un cambiamento di strategia chiaro, ribadito anche dal segretario di Stato Marco Rubio, che ha voluto marcare un punto di svolta: "Stiamo cambiando lo stile, il metodo con cui contribuiremo ai colloqui. Non saremo noi i mediatori." Washington, dunque, si prepara a un ruolo più defilato, puntando a facilitare piuttosto che guidare il processo di pace.
Anche il vicepresidente J.D. Vance ha espresso scetticismo su una rapida risoluzione della guerra. In un’intervista rilasciata a Fox News, ha affermato che "il conflitto non finirà tanto presto", sottolineando che "sono la Russia e l'Ucraina che devono raggiungere un accordo e porre fine a questo brutale conflitto". Vance ha però riconosciuto che l'amministrazione Trump è ancora impegnata nel "capire come aiutare le parti a trovare un compromesso".
Nel frattempo, sul fronte economico e strategico, gli Stati Uniti e l'Ucraina hanno firmato un importante accordo sui minerali. L’intesa, definita dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky "davvero equa", garantirà agli Usa un accesso privilegiato ai nuovi progetti di investimento per lo sviluppo delle risorse naturali ucraine. Tra queste figurano alluminio, grafite, petrolio e gas naturale, materiali cruciali per la transizione energetica e la sicurezza industriale.
Zelensky ha collegato il risultato a un recente incontro in Vaticano, definendolo "storico". "Abbiamo ora il primo risultato di quell'incontro. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio", ha dichiarato. Secondo quanto riferisce RBC-Ucraina, la Verkhovna Rada – il parlamento ucraino – prevede di ratificare l'accordo sulle terre rare la prossima settimana, con un voto previsto per l’8 maggio.
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