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ECONOMIA & POLITICA

Urso difende la diplomazia sui dazi USA: "Reagire di pancia sarebbe stato un errore"

Il ministro delle Imprese conferma l'andamento positivo dell'export, ma le opposizioni lo accusano di immobilismo e chiedono le sue dimissioni

Urso difende la diplomazia sui dazi USA: "Reagire di pancia sarebbe stato un errore"

Il ministro delle Imprese Adolfo Urso nell’aula del Senato durante l’informativa sulle conseguenze dell'introduzione dei dazi (Foto Roberto Monaldo / LaPresse)

"Se avessimo reagito di pancia ci saremmo fatti male, grave non trovare un compromesso". Con queste parole, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha inaugurato l'informativa alle Camere sulla questione dei dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti, sottolineando la necessità di risposte diplomatiche e ponderate. Urso ha insistito che l'approccio del governo italiano deve essere quello della diplomazia e del negoziato, senza cedere a reazioni impulsive che, a suo avviso, avrebbero avuto effetti controproducenti. Nonostante le preoccupazioni per le ricadute economiche, il Ministro ha voluto rassicurare che, al momento, l'export italiano verso gli Stati Uniti non ha subito danni gravi, anzi, nei primi tre mesi dell’anno è aumentato dell’11,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Nonostante ciò, Urso non ha nascosto che le tariffe commerciali, seppur ridotte, continuano a rappresentare una sfida per alcuni settori. In particolare, il ministro ha messo in guardia sugli effetti negativi che la riduzione dei dazi potrebbe avere per le imprese italiane, in particolare per l'automotive e la farmaceutica. "Le misure compensative – ha detto Urso – sono efficaci solo se decise a livello europeo", evidenziando la necessità di un’azione coordinata all’interno dell’Unione Europea. Se il quadro delle misure tariffarie dovesse essere confermato, l'impatto complessivo delle nuove tariffe potrebbe ridurre l’esportazione italiana negli Stati Uniti di circa il 10%, con un effetto minore se i dazi fossero dimezzati. 

Per evitare danni economici più gravi, Urso ha ribadito l'importanza di mantenere un dialogo aperto, ponendo l’accento sul fatto che evitare nuove tariffe sarebbe fondamentale per contenere l’inflazione, che nel 2024 dovrebbe restare sotto controllo con un tasso previsto dell'1,1%. Un dato positivo rispetto alle previsioni di inflazione di Francia, Germania e Spagna, che si attestano rispettivamente al 2,3%, 2,5% e 2,9%.

Tuttavia, l’informativa del Ministro non è stata ben accolta dalle opposizioni, che hanno puntato il dito contro il governo per l'atteggiamento ritenuto troppo passivo. A sollevare le critiche più aspre è stata Raffaella Paita, capogruppo di Italia Viva al Senato, che ha chiesto a gran voce le dimissioni di Urso, accusandolo di aver tardato nel portare le informazioni in Parlamento. "Chieda scusa e si dimetta", ha affermato Paita, mentre il senatore Marco Lombardo di Azione ha sottolineato come la responsabilità politica di questo ritardo sia esclusivamente di Urso.

Le critiche non si sono fermate qui: Luigi Nave, senatore del Movimento 5 Stelle, ha definito Urso "il peggior ministro d’Europa", mentre il capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli, ha parlato di "un mistero" per l’inefficacia delle sue dichiarazioni. La vicepresidente M5S, Chiara Appendino, ha poi aggiunto che l'atteggiamento di Urso non rappresenta una "tranquillità" ma una "pericolosa mancanza di consapevolezza" riguardo la situazione internazionale. L'attacco finale è arrivato da Ubaldo Pagano, capogruppo PD in Commissione Bilancio, che ha giudicato l'operato del Ministro come deludente e rappresentativo dell'immobilismo del governo.

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