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Le berline spariscono dalle strade italiane: cosa sta succedendo

Dal boom di Audi e BMW negli anni 2000 al tracollo odierno: immatricolazioni dimezzate, schiacciate da SUV e nuovi stili di consumo

Le berline spariscono dalle strade italiane: cosa sta succedendo

C’è stato un tempo in cui le strade italiane erano popolate da berline di media e alta gamma. Era il 2005 quando l’Audi A4 dominava il segmento D con oltre 26.000 unità vendute, seguita da modelli come la BMW Serie 3 e le Alfa Romeo 156 e 159, mentre nel segmento E a svettare era la BMW Serie 5 con 15.053 immatricolazioni. Oggi, a quasi vent’anni di distanza, questa fotografia appare sbiadita, se non del tutto cancellata.

Secondo i dati UNRAE relativi al mercato italiano delle auto nuove nel 2024, le “berline da famiglia” (segmento D) rappresentano appena l’1% delle immatricolazioni totali, mentre le “ammiraglie” (segmento E/F) si fermano ad appena lo 0,2%. In numeri assoluti si parla di 16.400 vetture segmento D e 3.325 per le E/F, cifre impietose se confrontate con quelle di due decenni fa. La BMW Serie 3, per esempio, passata da 23.041 unità nel 2005 a 1.010 nel 2024, è il simbolo di questo declino. Ancora peggio l’Audi A4 e A5 (somma totale: 1.214 unità), o l’Alfa Romeo Giulia, erede della 156, che si ferma a 1.137 esemplari contro i 12.644 della sua progenitrice.

A confermare il tracollo della categoria è la classifica delle auto meno vendute in Italia nel 2024, dove sei su dieci sono berline tre volumi medio-grandi. I numeri sono eloquenti: Lexus ES (40 unità), DS 9 (38), Volvo S60 (38), Jaguar XE (29), Volvo S90 (16) e Jaguar XF, fanalino di coda con appena 12 immatricolazioni. Quali sono le cause di questa ritirata? Più che certezze, si possono indicare tendenze: la moda dei SUV, oggi diventati lo standard anche per chi cerca spazio e comfort, ha sicuramente inciso. A questo si sommano un potere d’acquisto eroso, l’aumento dei prezzi medi delle auto e un inevitabile mutamento culturale.

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