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ECONOMIA
04 Giugno 2025 - 08:58
Un futuro incerto attende l’economia mondiale. Secondo l'ultimo rapporto dell'Ocse, la crescita globale sta per subire una brusca frenata, con un calo delle stime dal 3,3% nel 2024 al 2,9% sia nel 2025 che nel 2026. I fattori scatenanti? Le barriere commerciali sempre più alte, le difficili condizioni finanziarie e una crescente incertezza politica. Ma non è tutto: l'inflazione potrebbe persistere più a lungo del previsto e le tensioni globali, come la guerra in Ucraina, continuano a pesare sul futuro. In un mondo che già lotta per riprendersi dalla crisi, queste previsioni non sono altro che un campanello d'allarme.
L'Ocse segnala che la crescente frammentazione degli scambi internazionali, alimentata da nuove tariffe e misure di ritorsione, potrebbe ulteriormente appesantire la già lenta crescita economica, interferendo con le catene di approvvigionamento. In questo scenario, l'inflazione rischia di restare più persistente del previsto, soprattutto in quei Paesi che affrontano alti costi commerciali e tensioni nei mercati del lavoro. Di conseguenza, l'inasprimento delle politiche monetarie potrebbe aggravare ulteriormente le prospettive di crescita.
L'aumento dei costi legati al debito potrebbe poi causare un'ulteriore pressione fiscale a livello globale, con i Paesi a basso reddito particolarmente vulnerabili a queste condizioni più rigide. Nonostante una ripresa nei mercati azionari dopo una recente crisi, l'Ocse avverte che la volatilità persiste e costituisce una minaccia per la stabilità economica. Il messaggio principale dell'Ocse è chiaro: l'eliminazione delle barriere commerciali potrebbe migliorare significativamente le prospettive di crescita, contribuendo anche a ridurre l'inflazione. Inoltre, l'Organizzazione sottolinea la necessità di una risoluzione pacifica dei conflitti in corso, a partire dalla guerra in Ucraina e dalle tensioni in Medio Oriente, poiché una pace duratura potrebbe rilanciare la fiducia e stimolare gli investimenti.
Il segretario generale dell'Ocse, Mathias Cormann, ha dichiarato che l'economia globale, dopo un periodo di espansione e un calo dell'inflazione, è entrata in una fase di crescente incertezza, come riportato da ANSA. Il commercio e gli investimenti sono indeboliti dall'attuale instabilità politica, con un calo della fiducia da parte di consumatori e imprese. Cormann ha poi ribadito l'importanza di un dialogo internazionale per affrontare i problemi del sistema commerciale globale, per preservare i benefici del commercio libero, che favorisce la concorrenza, l'innovazione e la crescita.
Per quanto riguarda l'Italia, l'Ocse prevede una lieve riduzione del deficit, che scenderà al 3,1% nel 2025, con il rapporto debito/PIL che si attesterà al 148,2%. Nel 2026 si prevede un ulteriore miglioramento, con un deficit del 2,8% e un rapporto debito/PIL al 147,7%. Questi dati arrivano in un momento in cui il governo italiano continua a impegnarsi nella riduzione del deficit fiscale e nella gestione sostenibile delle finanze pubbliche.
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