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Lo show

La Zanzara sold out anche a Torino: e Cruciani gongola pensando al "suo" Trump

Lui e Parenzo il 16 ottobre all'Alfieri venditori di idee politiche come fossero aspirapolveri...

La Zanzara

Giuseppe Cruciani

Fortunati davvero i torinesi che sono riusciti ad accaparrarsi il biglietto per “La Zanzara Show”, giovedì 16 ottobre, ospite al Teatro Alfieri per l’ennesimo sold out della premiata ditta Giuseppe Cruciani-David Parenzo. Gli stessi che ogni mattina (11,30-12) su Radio24 istruiscono come motivatori dell’informazione, coach dell’analisi legata all’attualità, un pubblico sempre più vasto.

Fortunati sì, perché, sul palco piemontese Cruciani cascherà a fagiolo, a pochi giorni dalla firma del trattato di pace tra Gaza e Israele “tutto merito del gigante Trump”, come non fa che ripetere urlando a squarciagola durante le puntate in corso. Fortunati, quindi, tutti i paganti: chi lo osanna come un guru e quindi lo troverà in piena forma, fresco di quella che per lui è una vera “vittoria”, chi lo teme e ne accentuerà i difetti politici legati alla sua tendenza non proprio diplomatica, chi lo deve ancora capire del tutto, non lo sopporta ma lo ascolta perché, in fondo, Cruciani è così, difficile restarne indifferenti.

Più volte contestato dal popolo pro Pal per via della sua versione pro Israele della guerra degli ultimi due anni, e per tutta una serie di altre esternazioni, lui se ne infischia altamente dei giudizi continuando sulla sua lunghezza d’onda tanto da portare la “La Zanzara” in cima alle hit dei podacst più ascoltati dello Spotify Milestone Creator Award.

Disordinato, irriverente per natura, di parte per vocazione, volutamente unilaterale, lo spettacolo scritto dallo stesso Cruciani con Sergio Bertolini, Francesco Borgonovo e Gilberto “Gibba” Penza è un viaggio teatrale provocatorio, satirico e fuori dagli schemi.

«Sembra incredibile ma questa disgraziata trasmissione, così unica, così sconclusionata, così irripetibile, incontra i suoi fans e i suoi detrattori in alcuni dei teatri più belli d’Italia. Qualche purista della recitazione si rivolterà nella tomba, e lo posso capire. Ma noi non interpretiamo un ruolo, siamo drammaticamente veri e per questo onesti. Sulla mia lapide, quando arriverà il momento, voglio ci sia scritto: ho guidato la trasmissione più pazza d’Italia. Ma non è ancora il momento. Lo show continua».

E pazza lo è davvero dall’inizio - i due protagonisti si presentano sul palco entrando di corsa dalla platea per vendere idee politiche come fossero l’aspirapolvere del secolo - alla fine, sulle note e le parole di “Tutto il resto è noia” di Franco Califano.

In mezzo un palco arrangiato alla meno peggio (almeno all’apparenza) e un via vai di ospiti più o meno illustri fra punzecchiature, analisi e risate su una realtà drammatica sì, ma strampalata come loro.

«Il mondo è in subbuglio. Trump mette i dazi, guerre ovunque, l’Europa sotto attacco, terremoti, tsunami, corruzione, paura per il futuro e per i nostri risparmi… per questo per aumentare ancora di più la confusione in questo mondo caotico, ecco a voi il tour della zanzara! Un tour senza ritorno: chiedo scusa fin da subito. Ci vediamo in giro», chiosa David Parenzo.
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