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Economia

Settore vitivinicolo piemontese in difficoltà

Confagricoltura chiede misure urgenti per affrontare la crisi del vino piemontese e rilanciare il settore

Settore vitivinicolo piemontese in difficoltà

Immagine di repertorio

Confagricoltura Piemonte, insieme ai principali Consorzi di Tutela dei vini regionali, ha inviato una lettera alle istituzioni per sollecitare interventi urgenti a sostegno del comparto vitivinicolo. A fine maggio 2025 si stimano oltre 190.000 ettolitri di vino a denominazione d’origine ancora invenduti e non contrattualizzati. Le varietà più colpite sono Barbera, Dolcetto, Moscato e Cortese, tra le principali della produzione regionale.

Secondo Confagricoltura, la situazione è paragonabile a quelle registrate nel 2008 e nel 2020, rispettivamente durante la crisi finanziaria globale e la pandemia da Covid-19. In entrambe le occasioni, il comparto aveva registrato un calo significativo nella domanda, cui erano seguite misure straordinarie di contenimento.

Gian Luca Demaria, presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Piemonte e della sezione 'Vini Rossi' di Confagricoltura Cuneo, ha dichiarato che l’attuale situazione richiede un confronto rapido tra operatori e istituzioni per analizzare le giacenze e definire strategie a breve e lungo termine. Tra le proposte, viene considerata la distillazione straordinaria come misura immediata. Tuttavia, tale intervento – ha sottolineato Demaria – dovrebbe essere applicabile a tutti i vini a denominazione d’origine e con condizioni economiche sostenibili per i produttori.

Confagricoltura chiede anche la pianificazione condivisa di un Piano di rilancio organico, che includa misure strutturali. Tra le ipotesi avanzate: la riduzione delle rese per le denominazioni in sofferenza, il potenziamento dell’export e una revisione dei meccanismi di accesso alle misure promozionali, giudicate troppo rigide per molte aziende del settore.

Il calo dei consumi è attribuito a diversi fattori, tra cui le campagne di sensibilizzazione sui rischi legati al consumo di alcol e le variazioni nelle abitudini delle fasce più giovani della popolazione. L’associazione agricola evidenzia la necessità di promuovere il vino come prodotto culturale e territoriale, valorizzandone la filiera produttiva e la qualità certificata.

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