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Guerra commericale

Dazi USA, stretta globale dal 7 agosto: ecco quanto ci costa

Trump rilancia la sfida commerciale globale: dazi record per Siria, Svizzera e Canada. Una tregua di 90 giorni salva il Messico.

Dazi USA, stretta globale dal 7 agosto: ecco quanto ci costa

Donald Trump

È ufficiale: a partire dal 7 agosto, gli Stati Uniti applicheranno una nuova ondata di dazi doganali su prodotti provenienti da decine di Paesi, in quello che è ormai considerato un ulteriore passo della politica economica protezionista dell'amministrazione Trump. L’annuncio, arrivato nella notte dalla Casa Bianca, conferma sovrattasse che vanno dal 15% al 41%, segnando una nuova escalation nei rapporti commerciali tra Washington e molti dei suoi storici alleati. La decisione era inizialmente prevista per il 1° agosto, ma è stata posticipata di una settimana per consentire alle dogane di prepararsi. Tuttavia, i toni e gli effetti della manovra restano durissimi. Secondo quanto stabilito dal decreto presidenziale firmato da Donald Trump, tutti i Paesi del mondo, già soggetti da aprile a una sovrattassa minima del 10%, vedranno ora aumentare sensibilmente i dazi su molte categorie di prodotti.

Tra i Paesi colpiti figurano veri e propri giganti del commercio globale, come l’Unione Europea, il Giappone e la Corea del Sud, per i quali i nuovi dazi saranno fissati al 15%, salvo alcune esenzioni settoriali ottenute grazie ad accordi bilaterali. Ma non mancano casi molto più pesanti: i prodotti siriani saranno tassati con un impressionante 41%, mentre la Svizzera dovrà far fronte a un dazio del 39%. L’Algeria si attesta al 30%, il Bangladesh al 20% e il Laos al 40%. Anche Paesi finora risparmiati da misure punitive vengono ora inseriti nella lista, come la Turchia, che dovrà affrontare un nuovo dazio del 15%.

Particolarmente duro il colpo per il Canada, soggetto a un provvedimento separato: a partire dal 1° agosto, i dazi sui prodotti non coperti dall’accordo di libero scambio nordamericano (ACEUM) salgono dal 25% al 35%. La Casa Bianca giustifica la misura con una doppia accusa: da un lato, il mancato impegno di Ottawa nel fermare il traffico di fentanil verso gli Stati Uniti; dall’altro, la “retorica ostile” del governo canadese, in particolare la recente posizione del primo ministro Mark Carney a favore del riconoscimento dello Stato palestinese all’ONU.

In controtendenza, il presidente Trump ha annunciato una tregua nei confronti del Messico. Grazie a un’intesa con la presidente messicana Claudia Sheinbaum, gli Stati Uniti non aumenteranno per il momento i dazi sui prodotti messicani. La minaccia di portare la sovrattassa al 30% è stata congelata e prorogata di 90 giorni, mantenendo l’attuale dazio al 25% per le merci non coperte dall’ACEUM. Il decreto firmato da Trump entra ufficialmente in vigore il 7 agosto, ma prevede una clausola di salvaguardia: i prodotti caricati su nave prima di quella data e in arrivo entro il 5 ottobre saranno esentati dai nuovi dazi. Una misura che tenta di ridurre gli effetti immediati sulle catene logistiche internazionali.

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