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Lavoro
21 Ottobre 2025 - 07:05
Il governo ha approvato la Manovra 2026, con un’attenzione particolare al settore sanitario. L’obiettivo dichiarato è rafforzare gli organici e migliorare le retribuzioni: secondo quanto annunciato dalla premier, il prossimo anno saranno assunti 6.300 infermieri e 1.000 medici, con un incremento medio degli stipendi stimato in circa 1.630 euro per gli infermieri e 3.000 euro per i medici.
Tuttavia, i sindacati sollevano dubbi sulla reale fattibilità di questi piani. La carenza di personale, la pressione sui turni e le condizioni di lavoro complicate rendono difficile reperire figure professionali sufficienti. "Dove troveremo 6mila infermieri in un anno?", si chiedono i rappresentanti delle professioni sanitarie.
La Legge di bilancio 2026, ora all’esame del Parlamento, prevede un aumento delle risorse per la sanità pubblica pari a 2,4 miliardi di euro rispetto allo scorso anno. L’intento, spiegano dal governo, è non solo assumere nuovo personale, ma anche migliorare le retribuzioni per frenare l’abbandono delle strutture pubbliche. La premier Meloni ha chiarito che l’obiettivo finale è portare il finanziamento complessivo del settore a circa 30 miliardi entro la fine della legislatura.
I rappresentanti sindacali mettono però in luce un quadro preoccupante: secondo la Fnopi, nei soli ospedali pubblici mancano circa 70mila infermieri, e il numero di chi lascia il servizio è in aumento. Marco Ceccarelli, segretario nazionale del Coina, denuncia la disparità tra stipendi italiani ed europei: "In Germania o in Francia un infermiere guadagna il doppio. Qui siamo ancora precari, sottopagati e costretti a turni massacranti. L’indennità da 1.630 euro non basta a fermare la fuga".
Il tema delle retribuzioni è al centro delle discussioni. Secondo i sindacati, l’incremento promesso per gli infermieri non sarebbe completamente coperto dalle nuove risorse: i 195 milioni stanziati dalla Manovra, divisi tra circa 285mila infermieri del Servizio sanitario nazionale, si traducono in un aumento reale di circa 57 euro lordi al mese, molto meno dei 1.630 euro citati. Antonio De Palma di Nursing Up sottolinea come "ci sia il rischio di presentare come nuova conquista un aumento già previsto e non ancora applicato".
Oltre ai dubbi sulle cifre, i numeri relativi alle assunzioni sembrano insufficienti rispetto ai fabbisogni reali. Si era parlato inizialmente di 10mila nuovi infermieri nel 2026, per raggiungere 25-30mila entro il 2028; ora la previsione scende a 6mila. La mancanza di personale rispetto agli standard europei rimane significativa, così come il rischio di perdere personale qualificato per condizioni contrattuali non competitive.
Uno studio recente del Nursind evidenzia come, dagli anni ’90 a oggi, un infermiere abbia perso circa 2.500 euro tra stipendio base e altre voci retributive, con perdite complessive che superano gli 8.500 euro per chi ha 40 anni di anzianità.
Il governo punta a rafforzare gli organici attraverso assunzioni e incentivi economici, con un’attenzione particolare a frenare l’abbandono di medici e infermieri. L’aumento complessivo del Fondo sanitario per il 2026 sarà di 2,4 miliardi in aggiunta ai 140,5 miliardi già programmati, per un totale di 142,9 miliardi, superiore di oltre 6,3 miliardi rispetto al 2025.
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