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20 Maggio 2025 - 18:05
Gérald Darmanin sulla sinistra e il presidente francese Emmanuel Macron in centro in visita al carcere di Vendin-le-Vieil, nel nord della Francia il 14 maggio 2025
Il ministro della Giustizia francese Gérald Darmanin ha annunciato un piano per costruire un carcere di massima sicurezza nel cuore della foresta amazzonica della Guyana francese, regione d’oltremare della Francia situata in Sudamerica. Il progetto, che prevede 500 posti e un investimento di 400 milioni di euro, ha sollevato un’ondata di critiche da politici locali, associazioni per i diritti umani e parte dell’opinione pubblica francese. La nuova prigione sarà realizzata a Saint-Laurent-du-Maroni, cittadina situata lungo il confine orientale con il Suriname, in un'area chiave per il traffico di droga. Secondo il piano, 60 posti saranno destinati a detenuti coinvolti in narcotraffico di alto livello e 15 a condannati per terrorismo jihadista. L'apertura è prevista per il 2028.
Il progetto ha però riacceso dolorosi ricordi storici. Tra la metà dell’Ottocento e gli anni Cinquanta del Novecento, la Guyana fu una colonia penale francese, tristemente nota per le sue condizioni disumane. Il più famoso dei vecchi penitenziari fu quello dell’isola del Diavolo, dove furono imprigionati, tra gli altri, Alfred Dreyfus e Henri Charrière, il "Papillon" dell’omonimo libro e film. Molti osservatori temono che il nuovo carcere riproponga logiche coloniali, riportando la Guyana a essere una terra di relegazione per criminali arrestati altrove. Lunedì, tuttavia, Darmanin ha smentito che la prigione ospiterà detenuti provenienti dalla Francia continentale, affermando che sarà riservata a persone arrestate in Guyana e nei Caraibi francesi.
La Guyana francese è una regione economicamente fragile e socialmente marginalizzata, con meno di 300mila abitanti e tassi di criminalità molto più alti rispetto alla Francia europea: il tasso di omicidi è 13 volte superiore. È anche una zona cruciale per il traffico di cocaina: la droga passa dal Suriname attraverso Saint-Laurent-du-Maroni e viene trasportata in Europa da corrieri spesso in condizioni disperate. Rappresentanti locali hanno criticato duramente la decisione del governo di destinare un investimento così massiccio a un carcere, piuttosto che a infrastrutture sanitarie, educative o sociali. Alcuni parlano apertamente di una “Guyana discarica penale”, evocando il rischio di stigmatizzare ulteriormente una regione che già soffre per l’abbandono istituzionale.
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