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06 Aprile 2025 - 09:45
La Notte nazionale del liceo classico
Si affaccendano tra un’aula e l’altra per ripetere il copione o accordare il proprio strumento, visibilmente emozionati, i ragazzi del liceo classico Cavour, che venerdì sera si sono esibiti in occasione dell’undicesima edizione della Notte nazionale del liceo classico dal titolo “Mediterraneo, Mediterranei”.
All’interno del fitto programma di quest’anno - dalle 18 fino a mezzanotte - i ragazzi del Cavour si sono esibiti in concerti, letture di poesie accompagnate da evocativi arrangiamenti e stralci di opere teatrali. E anche nel “debate”, una particolare metodologia didattica di cui il liceo classico Cavour è particolarmente fiero e infatti i ragazzi nel prossimo maggio saranno impegnati a partecipare alle Olimpiadi nazionali. Il “debate” prevede il confronto argomentato di opinioni nel rispetto della controparte. Nel “debate” i ragazzi del liceo classico si sono sfidati, a suon di arringhe, con l’obiettivo di “convincere” il pubblico.
Insomma, anche se il numero delle iscrizioni ai licei classici negli ultimi anni ha subito un’importante flessione - al Cavour, ad esempio, nell’anno scolastico in corso ci sono stati 86 iscritti alle classi prime, a fronte però dei 157 dell’anno scolastico 2022/2023, anche se per il prossimo anno si prevedono numeri più positivi - la Notte nazionale del liceo classico costituisce una risposta importantissima. Proprio in ragione di questo “vento di crisi”. «I ragazzi e le famiglie non si iscrivono più. Si teme - spiega il dirigente scolastico del Cavour, Vincenzo Salcone - che una scuola come il liceo classico non fornisca la preparazione per le facoltà scientifiche: niente di più sbagliato. Il liceo classico è un indirizzo vivo e vivace, che consente a chi lo frequenta di mettere i piedi nelle radici da cui nasce la nostra cultura e prepararsi per le professioni del futuro».
Ma il perché della scelta del liceo classico lo spiega anche Matteo Gonzi, alunno di 5G del Cavour, nonché cintura nera di “debate”: «Il classico insegna a parlare e a pensare bene. E se si pensa bene si sta meglio per sé e per gli altri. E poi perché è produttivo, soprattutto di soddisfazioni. Siamo accompagnati e supportati nei nostri interessi». Un esempio concreto di questo supporto è la valorizzazione di talenti come Aurora e Timur, due ragazzi ciechi che quest’anno si sono esibiti al pianoforte accompagnati da alcuni alunni dell'indirizzo musicale. «Sono la dimostrazione che attraverso la musica ci possa essere un’inclusione a 360 gradi. Hanno ascoltato e seguito i compagni dimostrando un dialogo umano oltre che musicale», dice il prof di Storia della Musica, Fabrizio Prestipino.
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