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IL CAROVITA
03 Aprile 2023 - 06:20
Colombedi Pasqua
Sarà una Pasqua amara per le famiglie torinesi che, per colpa dell’inflazione galoppante e dei rincari dell’alimentare, trascorreranno feste più domestiche. Anche perché i prezzi continuano a salire inesorabilmente, soprattutto per le uova di Pasqua, la carne e in generale i pranzi al ristorante e i pic-nic di Pasquetta.
Uova d’oro
«Il carovita si farà sentire anche a Pasqua, aumenta il divario tra chi può spendere cifre maggiori e chi invece fa i conti con una crescente ristrettezza» dichiara la presidente del comitato dell’Unione nazionale consumatori Piemonte, Patrizia Polliotto. «Le tradizionali uova - sottolinea l’avvocato - risentono di incrementi pari al 20% in più rispetto ai listini del 2022». Il motivo? «Complice anche l’inflazione indiretta che colpisce il prodotto nel suo complesso, al di là dei rincari che interessano ciascuna delle singole materie prime coinvolte nella filiera di produzione. La risalita dei tassi variabili di mutui e prestiti in genere - aggiunge Polliotto - rappresenta certamente una voce di costo che riduce la possibilità di spesa per cura della persona, cultura, tempo libero e vacanze». Sarà dunque una festività «che i consumatori piemontesi trascorreranno per almeno il 30% in più rispetto allo scorso anno a casa - evidenzia la presidente di Unc Piemonte -, mentre i luoghi di villeggiatura registreranno il classico sold-out prevalentemente grazie al ritorno dei turisti stranieri».
Aumenta la carne
Gli aumenti riguardano anche i pranzi di Pasqua: «Dal 5 al 10% in più rispetto allo scorso anno» spiega Fulvio Griffa, presidente di Fiepet Confesercenti. «A incidere è anche il costo più alto della carne, soprattutto quella di maiale molto richiesta per i pic-nic all’aria aperta e le grigliate di Pasquetta» spiegano da Confesercenti che denota «un aumento di circa il 10% a causa di un aumento della domanda e una riduzione dell’offerta».
Invece, per quanto riguarda i prodotti di pasticceria, come uova e colombe, gli aumenti evidenziati dai negozianti sono inferiori rispetto a quelli dichiarati da Unc Piemonte. Secondo le associazioni di commercianti torinesi Confesercenti e Ascom i prodotti di cioccolato hanno comunque subito «un ulteriore rincaro del 5%, mentre i dolci in media hanno mantenuto il prezzo dell’anno scorso».
«Calmieriamo i prezzi»
«Questi piccoli ritocchi non sono comunque commisurati all’aumento dei costi delle materia prime - sottolinea il presidente di Confesercenti Torino, Giancarlo Banchieri -, i commercianti stanno facendo il possibile per calmierare i prezzi al fine di non penalizzare i consumi».
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