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La sentenza
28 Giugno 2023 - 20:22
La foto della piccola Fatima sulla sua bara bianca il giorno del funerale
Condanna all’ergastolo per omicidio volontario: così ha deciso la Corte d’Assise, che pochi minuti fa ha chiuso il processo di primo grado sulla morte di Fatima, la bimba di 3 anni precipitata dal quinto piano in via Milano.
Dopo sei ore di camera di consiglio, la presidente della Corte, Alessandra Salvadori, ha letto la sentenza che infligge il carcere a vita per il compagno della madre di Fatima, il 33enne Mohssine Azhar (già in carcere a Vercelli).
I fatti di un anno fa
La bimba è morta il 13 gennaio 2022 dopo essere precipitata da un balcone al quinto piano della palazzina in via Milano 18, a Torino. La caduta, secondo l'accusa, è stata colpa di Mohssine Azhar, marocchino 33enne che abitava in quella mansarda. «Stavo giocando al vola vola e la bimba mi è scivolata», si è sempre difeso Azhar, imputato di omicidio volontario.
La pm Valentina Sellaroli, che ha coordinato l’indagine della squadra mobile, non gli ha mai creduto e ipotizza un lancio volontario, fatto «per dispetto alla madre» della piccola, con la quale l’imputato stava discutendo, in preda ad alcol, hashish e psicofarmaci.
A sostegno di questa tesi anche le parole della mamma di Fatima, Lucia Chinelli. La sera della tragedia ha cercato di proteggere Azhar, riconducendo la morte della bimba a un terribile incidente: «Non ho visto nulla, forse stavano giocando». In seguito, invece, ha accusato il compagno: «Ho accompagnato Fatima a casa di Mohssine perché lei voleva dargli il bacino della buonanotte. Lui era fuori di testa, sembrava il diavolo. Mi ha strappato la bambina dalle braccia e l'ha lanciata come un pallone».
Il dibattimento in aula
Una vicina, sentita durante il dibattimento, ha raccontato: «La bimba diceva "Voglio la mamma" - testimonia la vicina - e subito dopo sentivo la voce di una donna che urlava "Cosa state facendo?". Poi, c’è stato un attimo di silenzio. E subito dopo le urla strazianti di quella donna che correva giù per le scale».
Testimonianze, video e perizie confermano, secondo l'accusa, l'omicidio volontario. Per questo la pm ha chiuso il processo con la richiesta di condanna all'ergastolo per l'imputato: «Ha gettato una bambina di 3 anni nel vuoto per stizza, per fare uno sgarbo a una donna noiosa che gli stava dando fastidio. Per credere che si sia trattato di un incidente dobbiamo vedere o inventare circostanze che non ci sono». Sellaroli ha chiuso la sua requisitoria di due ore sostenendo che, quella sera, Azhar era in «preda a una furia bestiale» e «non vi fu alcun gioco del vola vola». In sostanza, è stato un omicidio «crudele» ai danni della compagna e mamma della piccola «commesso da un mostro».
L'avvocato difensore dell'imputato, nella sua ultima difesa di stamattina, ha offerto una ricostruzione opposta: «Il mio assistito è un essere umano, descritto come un mostro e accusato dell’omicidio volontario di una bimba di 3 anni - esordisce l'avvocato Alessandro Sena - Premetto che sono stato chiamato dalla mamma di Fatima: francamente trovo assurdo, incompatibile e inspiegabile che la madre si preoccupi di chiamare l'avvocato per difendere chi ha scagliato la sua bambina dal balcone. E sottolineo che Mohssine é accusato di una disumanità e di un movente inesistenti: non possiamo parlare di volontarietà».
Il legale aveva fatto notare la posizione ambigua della signora Chinelli: «Posso solo immaginare cosa significhi perdere una figlia, quindi provo pietà e compassione per la signora. Ma ci sono tante incongruenze e contraddizioni nel suo racconto: è una scorciatoia e una scappatoia giustificarla con i maltrattamenti subiti in passato. Anche perché li ha subiti dall'ex marito, non da Azhar. La certezza è che la signora ha mentito prima o dopo: qui si è deciso che mentito prima per coprirlo. Poi ha detto che era il diavolo, eppure nei filmati dopo la caduta è lì ad soccorrere la bimba».
L'avvocato Sena aveva concluso con la richiesta di derubricare il reato da omicidio volontario a colposo con "colpa cosciente". Una tesi respinta dalla Corte, che ha deciso di mantenere l'accusa di omicidio volontario. Saranno le motivazioni, previste fra tre mesi, a chiarire perché la Corte abbia deciso per la condanna all'ergastolo.
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