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IL REPORTAGE

Una notte nella Casa delle donne

Dormitori e Case di Accoglienza: le storie di chi ha vissuto in strada

Una notte nella Casa delle donne

Storie di vulnerabilità e di difficoltà. Ma anche di sfortunati eventi che uno dopo l’altro possono portare, per citare un senzatetto, «dal tutto al niente». Passando una notte tra dormitori e strutture per senza fissa dimora, si incontrano uomini e donne con origini ed età variegate.

Come Gennaro, 57 anni, che ogni sera si corica in dormitorio ed ormai ne ha passati un po’. «Ma non ho mai fatto una notte per strada né ho mai saltato un pasto: i servizi assistenziali per chi perde tutto, come successo a me, ci sono. Torino ha una rete che permette di rialzarsi, quando si cade in terra. Non bisogna pensare sia finita. Sono certo che andrà meglio e un giorno di questo momento ne ricorderò il brutto e il bello».
In queste notti lui è “da Mamre” come ormai confidenzialmente chiama la grande struttura dove ci sono 30 letti (di cui cinque riservati alle donne) e la sera può consumare una cena in compagnia di altri ospiti e degli operatori della Croce Rossa.


In via Ghedini si trova invece la Casa di Accoglienza per le donne: una struttura che accoglie fino a 35 ospiti, con camere ampie e doppie. Qui una ventina di ospiti vivono condividendo spazi comuni e momenti di aggregazione. Ci sono passati turbolenti, racconti di violenza, di stupri: di dipendenze, affettive e da sostanze. Qui chiedono solo una cosa: niente foto e video, per garantire la privacy. E per qualcuna è anche ragione di sicurezza...


Ci sono donne transessuali e transgender che provano a lasciarsi alla spalle storie di discriminazione e qui riescono ad autodeterminarsi.
C’è anche Groot, un pastore tedesco che rientra dalla passeggiata serale con la sua padrona, una rider di JustEat. «Questa è una grande famiglia» dice lei. E ha le dinamiche, nel bene e nel male, di un ambiente dove convivono tante donne con culture diverse. C’è Gloria, nigeriana che canta ogni giorno. Con una voce incredibile. Alla fine della sua esibizione scatta un applauso. C’è Aysha, araba e con una parlantina importante. Ambra, tra una settimana festeggerà i suoi 50 anni. Le prepareranno una festa, ovviamente, con quello che hanno. Poco, eppure così tanto. Petra alle cinque del mattino esce per andare in canile: «Pulisco le gabbie degli animali e li faccio sgambare. I cani sono meglio di tanti uomini che ho conosciuto. Guarda questo video, sono arrivati dei cuccioli l’altro giorno. Conoscete qualcuno che voglia adottare un cane?» chiede con gli occhi che brillano. Gabriela è eletta all’unanimità come la più brava cuoca. «Ma le ragazze sono tutte di bocca buona. Basta siano abbondanti le porzioni!».


Sognano, queste donne. Sognano case con le pareti bianche, rosa e beige. Sognano un futuro con un lavoro stabile, una vita indipendente, una seconda possibilità: nessuna però menziona la presenza di un uomo in questi desideri. Hanno imparato a bastarsi da sole

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