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L'INTERVISTA
09 Maggio 2024 - 07:42
Lorenza Patriarca
Raggiungiamo al telefono la preside dell’istituto Niccolò Tommaseo, Lorenza Patriarca, nell’occhio del ciclone nelle ultime settimane, “rea” di non aver portato in gita uno studente disabile. Lei è serena, difende la sua scuola, i suoi ragazzi e soprattutto le famiglie che in questa vicenda le sono rimaste accanto.
Patriarca, come sta? Sono giorni che dalle pagine di altri giornali vi accusano di discriminazione. Ci spiega, da principio, cosa è accaduto?
«Si trattava di un progetto della Rete di innovazione sul digitale, di cui è capolista l’istituto Foscolo di Torino. L’idea era quella di creare una radio comune a tre scuole. Ognuno sarebbe stato responsabile dei propri contenuti. Poi la dirigente della Foscolo, tramite un contatto diretto con Radio 24, ha proposto una visita nella redazione milanese».
E lì sono cominciati i problemi?
«Poteva partecipare solo un numero limitato di ragazzi. Non so se per motivi di sicurezza o in base a quale principio, ma ci è stato detto che avrebbero potuto accedere agli spazi solo 50 ragazzi tra tutte e tre le scuole. Quindi 15 per istituto. Più un insegnante per classe e tre animatori digitali».
Non c’era spazio per l’insegnante di sostegno?
«No. Questa è la domanda che ci è stata rivolta più di frequente. Non era possibile».
Con che criterio sono stati scelti i ragazzi da portare in gita?
«Dovevano essere ragazzi autonomi e capaci. I quindici “delegati” – così si chiamavano - avrebbero partecipato all’attività formativa e poi ne avrebbero condiviso il contenuto con con i compagni».
Al di là della visita fisica della redazione milanese, tutti i ragazzi della classe hanno lavorato al podcast?
«Certamente».
Compreso il ragazzino con disabilità visiva?
«Ovviamente. È stato uno dei più attivi durante tutta la realizzazione del podcast».
Come ha valutato la famiglia di questo studente la notizia dell’esclusione dalla gita?
«Hanno detto che avrebbero preferito criteri di scelta diversi, ma non hanno dubbi sull’inclusività della scuola e su come è stato trattato il ragazzo negli ultimi tre anni. Aggiungo, che la sua insegnante di sostengo aveva valutato che sarebbe stato per lui un inutile stress andare a Milano».
E per gli altri ragazzi non ci sono stati problemi?
«No, nel gruppo dei delegati erano compresi anche alunni con difficoltà di apprendimento. Un ragazzo con Dsa è assolutamente abile e capace di realizzare video, ad esempio, e di apprezzare l’utilità».
In conclusione, tutto costruito, voi non discriminate i disabili?
«Lascio giudicare i fatti. Ci sono ragazzi che consideriamo “fragili”, che usciranno con voti molto alti all’esame di terza media, perché si tiene sempre conto degli obiettivi didattici personalizzati».
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