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SALONE DEL GUSTO
26 Settembre 2024 - 13:00
La ventesima edizione di Terra Madre rappresenta un traguardo significativo, come ha sottolineato Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. «La cosa straordinaria è che in questi venti anni, nelle cinque edizioni di Terra Madre, sono passate più di 40.000 persone» ha dichiarato Petrini. Persone che «hanno poi portato nelle realtà diffuse su tutto il pianeta elementi di cambiamento» e sono state «artefici di profonde trasformazioni». Tra i vari esempi, Petrini cita «gli orti in Africa che sono stati realizzati» e «la grande battaglia dei formaggi a latte crudo che ha cambiato l’economia lattiero-casearia di mezza parte del mondo». Tutti questi stimoli, aggiunge, «sono partiti da Terra Madre». Oggi, però, la sfida si concentra su un’altra questione cruciale: «la fase storica che noi stiamo vivendo e che durerà non qualche anno ma molto probabilmente qualche decennio se non qualche secolo». Questa fase, spiega Petrini, «viene definita della transizione ecologica» e la sfida principale sarà «cambiare paradigmi che ci hanno portato a questa situazione di sofferenza». Il ruolo che Terra Madre potrà giocare in questo contesto sarà «molto interessante».
Ridare valore al cibo
Il cambiamento di paradigma più importante, secondo Petrini, riguarda il modo in cui viene percepito il cibo. «Il più importante è ridare valore al cibo. Per troppo tempo siamo stati concentrati sui prezzi e c’è molta differenza tra il prezzo e il valore». La «valorialità» del cibo, sottolinea, «è fatta anche di altri elementi» e non può essere misurata solo ed esclusivamente attraverso il «prodotto interno lordo». Per Petrini, è arrivato il momento di «dare dignità ai beni comuni, di dare valore ai beni relazionali», perché «sono tutte questioni che non entrano nei bilanci, ma sono gli elementi distintivi per far decollare un’economia che sia in armonia con la natura».
Il Green Deal e la «schizofrenia politica»
Riguardo alle recenti polemiche sul Green Deal dell’Ue, Petrini osserva che «c’è stato questo elemento sbagliato davanti alla protesta degli agricoltori», i quali «si concentravano su un fatto specifico, il fatto che non erano gli agricoltori quelli che determinavano il prezzo». In realtà, «il prezzo veniva deciso in altre sedi». La Commissione Europea, e anche lo Stato italiano, hanno poi «identificato il “vulnus”, la sofferenza nel Green Deal, riuscendo in un’operazione fantastica di mettere i contadini contro gli ambientalisti». Petrini critica questa divisione: «Noi dobbiamo riaffermare che il Green Deal, se ci sono delle questioni che non funzionano, si discute, si cambia, ma non si può eliminare». La situazione degli ultimi mesi, spiega, è stata caratterizzata da una vera e propria «schizofrenia». «Tu vedevi i agricoltori che si lamentavano dei prezzi, che non riuscivano a fare i prezzi. La politica attaccava il Green Deal e la grande distribuzione stava silente con il risultato che poi faceva pubblicità dove i prezzi dei prodotti agricoli erano a terra, senza riconoscere». Questa è «una schizofrenia che deve finire».
Il dialogo con la Grande Distribuzione Organizzata
Alla domanda se la grande distribuzione sia il vero «imputato», Petrini risponde che non si tratta di trovare colpevoli. «Non si tratta di stabilire imputati, si tratta di stabilire che dentro questo sistema le varie parti, le varie componenti entrando in questa dimensione della transizione ecologica devono attuare elementi di dialogo, di confronto e non di contrapposizione». Il problema, secondo lui, è che «non ci sono mediazioni, uno contro l’altro armati, salvo poi quando ci sono elezioni». Un esempio emblematico di questa contraddizione, per Petrini, è Ursula von der Leyen: «La stessa Ursula von der Leyen che ha dichiarato che il Green Deal andava eliminato, dovendo dopo le elezioni fare un governo con i verdi, ha dichiarato con altrettanta linearità che va realizzato nel giro di un anno». Questo dimostra, conclude Petrini, che «o la realtà come Terra Madre, come il mondo agricolo, ma non solo, anche dei cittadini diventano protagonisti politici in questa fase più rilevanti o altrimenti ci stiamo a questi giochini che sono un po’ schizofrenici».
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