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Amico Reporter
27 Febbraio 2025 - 14:00
“Ogni giorno è la stessa storia: bici, monopattini e rider che sfrecciano tra i pedoni senza rallentare, senza avvisare, senza rispetto.” Il nostro lettore e Amico Reporter Alessandro non usa mezzi termini per descrivere il caos quotidiano sul marciapiede del ponte Vittorio Emanuele I, a Torino. Un’area che sulla carta è pedonale, ma che nella realtà è diventata una corsia preferenziale per chiunque abbia due ruote e zero regole.
“Attraverso il ponte quattro volte al giorno da due anni e non è mai cambiato nulla: slalom tra la gente, sorpassi a pochi centimetri e nessun controllo. Mai visto uno fermato.” Il problema? “Ci sono pure i cartelli che obbligano a spingere a mano bici e monopattini, ma sono stati vandalizzati. Adesivi, scritte, vernice: chi passa di lì manco li vede.” E così, un divieto chiaro diventa carta straccia. Il risultato? “Ti trovi biciclette normali, bici a pedalata assistita con acceleratori illegali – che poi sono motorini travestiti senza assicurazione – e i soliti monopattini. Tutti che sfrecciano fregandosene di chi cammina.”
Non è solo un fastidio, è un rischio. “Prova a camminare tranquillo: in un secondo ti passa accanto un rider a tutta velocità. Zero campanelli, zero avvisi, se ti sposti un attimo nel punto sbagliato rischi di finire a terra. E non sarebbe la prima volta.” Il Comune? Latitante. Eppure sulle corsie preferenziali dei bus le telecamere ci sono, e le multe piovono. Qui invece niente. Possibile che un divieto così evidente sia lasciato nel dimenticatoio?.
La soluzione, secondo Alessandro, sarebbe semplice: “Basterebbero controlli e multe. Fai due settimane di sanzioni a tappeto e vedrai che il problema sparisce. Ma se nessuno controlla, la gente fa il ca**o che vuole.” Una questione di rispetto e sicurezza. “Non ce l’ho con bici e monopattini, ce l’ho con chi se ne frega delle regole e mette in pericolo gli altri. Un ponte pedonale dovrebbe essere un posto dove cammini tranquillo, non una pista ciclabile abusiva.”
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