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Il Borghese

La domanda dell'alieno

Il sopralluogo ad Askatasuna, l'umiliazione della politica. Ma la chiamano "dialogo"!

La domanda dell'alieno

Proviamo a spiegare a un alieno giunto a Torino quanto capitato ieri pomeriggio. In corso Regina Margherita si deve tenere un sopralluogo tecnico, un atto necessario al ripristino dello stabile che “ospita” il centro sociale Askatasuna da trent’anni e che verrà sistemato con fondi pubblici.

Ecco cosa accade: gli occupanti - che non sono mai usciti, questo è chiaro - continuano con la loro prepotenza verbale che sfocia in violenza e umiliano la politica, arrivando anche a indossare maschere da clown per deridere chi va a rifargli la “casa” (non mi si dica che quel luogo passerà ad associazioni, ché non riesco a crederci). Ragione più che sufficiente per girare sui tacchi, tutti quanti, tecnici e consiglieri comunali che con un po’ di orgoglio si sarebbero sottratti a quella gogna, e al diavolo il recupero come “bene comune”: lo stabile è pericolante? Bene, lo si abbatte, dice l'alieno.

Invece no: il Comune andrà avanti, lo dice la vicesindaca - che era lì a prendere gli sberleffi con i consiglieri costretti a camminare sulle facce della premier e altri politici, per poter entrare nel cortile del centro sociale -, come a dimostrare che non si vuole cedere ai prepotenti. Il gioco vale la candela? Consideriamo di così poco valore la politica e i suoi rappresentanti da lasciarli esporre agli improperi di gente sotto accusa per associazione a delinquere? Con il “mediatore” di questo progetto che sostiene che «solo nelle dittature tutto è perfetto». Per il capogruppo Pd quanto accaduto è stato «un’occasione di confronto». «Andiamo avanti con il dialogo» si dice, «per il bene della città».

Sicuri che la città non preferirebbe un giardino pubblico con il verde, al posto di Aska? Se lo chiede il nostro amico alieno.

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