Cerca

il fatto

Morena, 24 anni, dorme nella Gondrand. La madre: «Arrestate i pusher che la tengono prigioniera»

Tra le tante storie di disperati che popolano lo stabilimento di via Cigna, c'è quella di una giovane torinese. L'appello della mamma

Rama, detta Morena, prigioniera alla Gondrand di via Cigna

Rama, detta Morena, prigioniera alla Gondrand di via Cigna

La droga l’ha conosciuta a 15 anni. Oggi ne ha 24 ed è una dei “fantasmi” della Gondrand, l’hotel dei disperati di via Cigna. «L’ultima volta che l’ho sentita? Un mese fa, al telefono. Mi ha detto: “Mamma, sto bene”. Ho provato a portarla via da lì, sono andata di persona in quel posto. Ma è impossibile e mi sto arrendendo». A parlare è Michela, madre che racconta l’oblio in cui è precipitata Rama, la figlia. Nessuno però, alla Gondrand, la conosce con il suo vero nome. Tutti la chiamano Morena. Anche Chiara, la 21enne di cui abbiamo raccontato ieri sulle pagine del nostro giornale, che da un anno e mezzo è vittima del crack, la conosce con quel nome. Morena. Perché quando si entra nell’incubo si perde tutto: denaro, legami e anche la propria identità.

Morena si fa di crack e la droga la spaccia anche. Sei mesi fa è stata arrestata dalla polizia. Trovata con 25 bustine di crack, era stata rilasciata quasi subito. Alla Gondrand Morena vive, mangia, dorme. E forse, si prostituisce. Perché la droga costa, lei ne ha bisogno, non lavora e in qualche modo deve procurarsela. Ha una figlia che ha tre anni e vive in una casa famiglia. La casa di Morena invece è la Gondrand, che lei ormai preferisce al suo appartamento di Venaria. Michela, un anno fa, per tentare di portarla via aveva fatto un blitz nello stabilimento abbandonato e sempre in fase di ristrutturazione. «Era un inferno, quel giorno, la Gondrand. C’erano tantissime persone. Spacciatori, tossici, di tutto. Volevo che mia figlia uscisse da lì, ma sono stata minacciata e sono scappata», racconta la madre della 24enne.

Il racconto di Michela assomiglia a quello di Stefania, mamma di Chiara. Genitori di ragazze finite in mano ai “venditori di morte”. Nelle foto che la ritraggono con la figlia, Morena ride, ha un aspetto diverso da quello attuale. Un’altra vita? No è solo pochi mesi fa. Michela lancia un appello: «Vorrei che arrestassero i pusher che tengono prigioniera mia figlia in quel luogo». Proprio ieri, la polizia ha fatto un altro blitz. Le volanti sono intervenute in via Cigna. «I lavori sono fermi, a quando l’abbattimento?», si domanda Verangela Marino, consigliera in Circoscrizione 6. Alla Gondrand, ieri, c’erano tante persone. Forse anche Rama, ma che tutti chiamano Morena.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.