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Economia & Finanza
08 Marzo 2025 - 08:30
Tirano un sospiro di sollievo i 300 lavoratori dello stabilimento dell'Aperol a Canale (CN) e quello Campari a Novi Ligure: la Campari Group ha infatti annunciato gli esuberi in Italia e, contrariamente a quello che accade di solito, non ha liquidato gli operai ma i manager (ma non solo). La buriana, però, potrebbe essere solo all'inizio. Il Gruppo, di fronte alla necessità di risollevare le proprie sorti, intende andare avanti con il suo piano di riduzione dei costi, a cominciare dai lavoratori.
L'accordo che salva (per ora) gli operai e caccia i manager è arrivato ieri, in una trattativa con i sindacati Cgil, Cisl e Uil che ha portato a una riduzione degli esuberi previsti. Nonostante questo, però, 47 persone (dalle 100 inizialmente previste) della sede di Sesto San Giovanni, vicino a Milano, sono in esubero. Di questi, sedici sono dirigenti, gli altri tutti quadri e impiegati. Per gestire gli esuberi, sono stati previsti prepensionamenti, uscite incentivate e misure economiche di sostegno al reddito considerate "tra le più alte negoziate nel settore e nel territorio".
Alla fine sono solo 26 i licenziamenti decisi. Ma la tensione in Campari resta. Il Gruppo, che si sta dando una certa stabilità sotto il nuovo ceo Simon Hunt, ha chiuso il 2024 con ricavi netti per 3,07 miliardi di euro, con un lieve incremento del 2,4%, ma con un utile netto di 202 milioni di euro, in calo del 39%. Il board ha proposto, al momento, un dividendo di 0,065 euro per azione (ieri il titolo, a Piazza Affari, ha chiuso a 6,20 euro in calo del 2,76%). In Campari, inoltre, si attende di capire l'effettivo impatto dei dazi Usa, per il momento stimati attorno ai 100 milioni di euro.
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