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Ambiente & Natura
11 Marzo 2025 - 16:10
Rapporto qualità dell'aria
Nel 2024, l'Italia ha visto un lento ma costante miglioramento della qualità dell'aria, un trend positivo che, tuttavia, non è privo di ombre. Se da un lato i livelli di particolato atmosferico fine PM2,5 si sono mantenuti entro i limiti consentiti, dall'altro permangono criticità in alcune aree del Paese, in particolare per quanto riguarda l'ozono. Ecco cosa hanno rivelato gli ultimi dati dell'Arpa Piemonte.
PM10 E PM2,5: UN QUADRO IN EVOLUZIONE
Il particolato atmosferico, noto come PM10 e PM2,5, ha mostrato segnali di miglioramento. Nel 2024, il valore limite annuale per il PM10 è stato rispettato su tutto il territorio nazionale, con una riduzione media del 20% rispetto al decennio precedente. Tuttavia, il valore limite giornaliero è stato superato nel 17% delle stazioni di monitoraggio, con sforamenti concentrati principalmente nel bacino padano, a Napoli e in alcune aree della Campania. Anche il PM2,5 ha registrato un rispetto dei limiti per la prima volta dal 2007, con una riduzione del 3,1% rispetto ai valori medi dell'ultimo decennio.
IL CASO DEL PIEMONTE
In Piemonte, le concentrazioni di inquinanti nel 2024 sono state tra le più basse mai registrate, ma permangono criticità. Nella città metropolitana di Torino e nelle stazioni urbane di Alessandria e Asti, il PM10 ha superato i limiti giornalieri in diverse occasioni. Per quanto riguarda il biossido di azoto, solo la stazione di Torino - Rebaudengo ha registrato superamenti del valore limite annuale. L'ozono, invece, continua a non rispettare i valori obiettivo su tutto il territorio regionale, nonostante una riduzione delle concentrazioni.
La recente approvazione di una nuova direttiva europea, che entrerà in vigore nel 2030, impone livelli di inquinanti atmosferici più stringenti. Questo richiede azioni a breve e medio termine per ridurre ulteriormente le emissioni, anche nelle zone dove attualmente i limiti di legge sono rispettati.
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