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Il giallo

Mara Favro, le prime verità dell'autopsia: ci sono segni di decine di coltellate

Prime indiscrezioni sull'analisi delle ossa della donna scomparsa un anno fa dalla Valsusa

Mara Favro, le prime verità dell'autopsia: ci sono segni di decine di coltellate

Ci sarebbero segni di decine di coltellate sui resti di Mara Favro: è l’indiscrezione che emerge dopo l’inizio delle analisi sulle ossa trovate nei boschi di Gravere e attribuite alla donna di 51 anni scomparsa l’8 marzo 2024 dalla Val di Susa. Ma è solo l’inizio degli esami, su cui la Procura ha imposto il massimo riserbo fino a quando verranno depositati i risultati ufficiali (fra 60 giorni): «L’obiettivo di tutti è trovare una risposta per questa donna e per la sua famiglia» riflette Fabrizio Pace, presidente di Penelope Piemonte, associazione che assiste le famiglie delle persone scomparse.

Sono tante le domande che tutti, a partire dalla Val di Susa, si pongono: cosa è successo a Mara dopo che se n’è andata dalla pizzeria “Don Ciccio” di Chiomonte, dove lavorava da una settimana? È morta nei boschi di Gravere in cui, a un anno esatto di distanza dalla scomparsa, sono stati ritrovati ossa e vestiti? È stata uccisa lì o altrove, con il corpo spostato in un secondo momento? Per ora il procuratore aggiunto Cesare Parodi, che coordina l’inchiesta dei carabinieri, indaga per omicidio e occultamento di cadavere: sotto accusa ci sono Vincenzo Milione, gestore del locale di Chiomonte, e l’ex pizzaiolo Cosimo Esposto (entrambi a piede libero).

Ma si può avere qualche risposta solo con le prime analisi dei resti trovati a Gravere, tra cui il cranio, altre ossa, indumenti e un paio di occhiali da sole: per questo ieri mattina il pm ha affidato la consulenza tecnica per l’autopsia al medico legale Roberto Testi e all’antropologa Greta Cena, che avrebbero riscontrato i segni delle coltellate sui resti.

All’accertamento tecnico irripetibile hanno partecipato anche i consulenti tecnici delle difese e della famiglia: Mariella Papi, nominata dall’avvocato Elena Emma Piccatti, che assiste Esposto; Enrica Macorano, indicata dall’avvocato Luca Calabrò, difensore di Milione; Valentina Vasino, medico legale, e lo stesso Pace, antropologo forense e criminologo, scelti dall’avvocato Roberto Saraniti, cui si è affidata la famiglia della donna scomparsa nel nulla un anno fa. Che ora attendono in silenzio di avere delle risposte: «In questi mesi abbiamo parlato solo perché era funzionale a cercare Mara - riflettono, tramite Pace, il fratello Fabrizio e l’ex compagno Massimiliano - Forse per gli altri era scontato che fosse morta e che i resti di Gravere fossero suoi. Per noi, invece, c’era ancora una fiammella ma ogni speranza si è spenta quando abbiamo ricevuto la notizia». Sui tempi della comunicazione, i familiari della 51enne sono critici con gli inquirenti: «Siamo rammaricati che non arrivata una comunicazione ufficiale prima che lo scoprissimo sui giornali, soprattutto a tutela della figlia di Mara (che ha 11 anni, ndr)».

Quanto agli indagati, Milione ribadisce, anche in una recente intervista su queste pagine, che non c’entra nulla con la morte della sua cameriera. E ora, per la prima volta dopo mesi, parla anche il pizzaiolo Esposto: «Sono continuamente nel mirino di trasmissioni televisive e articoli di stampa dove mi si accusa di essere coinvolto in un omicidio - si sfoga in una nota inviata dalla sua legale - Sono costantemente screditato con vicini e conoscenti, sono additato come uno pericoloso, non riesco a mantenere un posto di lavoro, non riesco a vivere normalmente: è un incubo. Sono estraneo a questa vicenda, vorrei solo che finisse tutto per tornare a vivere. E vorrei che si scoprisse la verità per Mara».

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