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Il caso
19 Marzo 2025 - 06:55
Per ora quei quattro sono accusati “solo” di un caso. Ma, dietro l’ingresso in Italia di una neonata dentro una busta della spesa, c’è il dubbio che ci sia un fenomeno molto più grande: «Non ci erano mai capitate situazioni del genere, con bimbe così piccole» premette Emma Avezzù, capo della Procura dei minori. Che poi aggiunge: «Ipotizziamo che certi ragazzi arrivino dal Nord Africa e rientrino in una tratta di esseri umani. Alcuni finiscono in comunità anche se qui hanno dei parenti: a mio parere si può parlare di truffa ai danni dello Stato».
Su questo presunto fenomeno sono in corso le indagini della Squadra mobile, che sta approfondendo le posizioni dei quattro marocchini indagati per l’ingresso e la permanenza della piccola Fatima a Torino (il nome è di fantasia). Entrambe le coppie coinvolte sono accusate di aver violato il testo unico sull’immigrazione, anche se con posizioni diverse: la prima rischia fino a 16 anni di carcere per aver portato in Italia la neonata mentre all’altra vengono contestati reati meno gravi, cioè il favoreggiamento e la permanenza illegale di Fatima. Ed è per questo, infatti, che adesso due sono in carcere e due sono liberi: il giudice ha convalidato fermi e arresti ma ha disposto la custodia cautelare solo per la coppia accusata di aver portata la bambina in Italia quando aveva appena due mesi di vita.
Ora, come detto, bisogna capire se altri bimbi abbiano fatto il percorso di Fatima. A quanto risulta, l’uomo ancora al Lorusso e Cutugno ha dei precedenti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in Spagna. Quindi non sarebbe la prima volta che fa entrare degli extracomunitari in Europa. Potrebbe aver messo in piedi una nuova tratta di esseri umani con l’obiettivo di vendere bambini a famiglie disposte a tutto pur di avere un bebè da accudire? La squadra mobile e la Procura sono convinti che l’obiettivo finale della coppia fosse vendere la neonata. Un fatto orribile, se venisse confermato. E sarebbe ancora più grave se si scoprisse che si tratta di un episodio fra tanti.
«Esiste un problema dell’ingresso in Italia dei minorenni non accompagnati - considera la procuratrice - I ragazzini sbarcano in Sicilia da soli e poi vengono al Nord: spesso vogliono andare in Francia ma tanti si fermano qui perché hanno dei parenti che “gestiscono” i loro viaggi. Ma poi non si presentano, tanto che quei giovanissimi finiscono nelle comunità». Dove vengono giustamente seguiti e accuditi in attesa di essere affidati a una nuova famiglia: «Per quello si può parlare anche di truffa ai danni dello Stato, visto che il nostro Paese paga per le loro cure» riflette ancora la dottoressa Avezzù.
L’ipotesi di una rete criminale internazionale dietro lo sbarco di bambini e ragazzi in Italia era già emersa in passato. Anche perché una parte di questi giovanissimi, circa 30mila solo nel 2024, non lascia traccia nel nostro Paese: alcuni vanno all’estero, altri restano irregolari invece di chiedere la protezione internazionale. E forse c’è qualcuno che viene accolto dietro un passaggio di denaro che parte dall’Africa e arriva fino al Piemonte.
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