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torino e provincia
20 Marzo 2025 - 05:44
Atc, 2.650 alloggi sfitti ma la metà ha bisogno di manutenzione
«L’autorecupero attribuirà il 40% in più di alloggi mediamente messi a disposizione da Atc, consentendo la manutenzione di un patrimonio immobiliare spesso datato, per cui le risorse non sono quasi mai sufficienti», con questo annuncio il neo-presidente di Atc Piemonte Maurizio Pedrini vuole sancire un cambio di paradigma da parte dell’Agenzia: «Non solo fornire un’abitazione salubre, ma anche prendersi cura di chi queste case le abita».
Centocinquanta abitazioni, che da bando saranno offerte ai cittadini aventi diritto - a condizione di effettuarvi lavori di ristrutturazione - che però sono solo una piccola parte dei 2650 alloggi al momento sfitti sul territorio metropolitano (il 9% sulle 28mila circa totali).
Un patrimonio molto datato, come ammesso dallo stesso Pedrini (a Torino il 70% delle case ha più di 40 anni di vita, in base ai dati Istat 2023) ed estremamente difficile da manutenere. Basti pensare che sono 1182 gli alloggi totali sfitti, in attesa di manutenzione, di cui 600 sul territorio di Torino. Ce ne sono poi 250, in cui sono presenti tracce di amianto, come tali, considerati “non assegnabili”. Ma per il recupero dello sfitto «servirebbero almeno 55 milioni di euro», ha spiegato qualche settimana fa dall’assessore regionale alla Casa, Maurizio Marrone (FdI).
Fondi che al momento risultano difficili da reperire, rea la latitanza di investimenti a livello nazionale - “tallone d’Achille” del sistema, secondo l’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli - «che ci consentano di aumentare lo stock di alloggi popolari disponibili», ha infatti affermato nel corso dell’audizione di Atc nella commissione Servizi sociali di martedì pomeriggio. Ma anche «un Fondo di Morosità Incolpevole (che dovrebbe compensare le passività di Atc legate a chi abbia perso capacità reddituale, nda) che però è incapiente», racconta la consigliera con delega al Bilancio della Città metropolitana Caterina Greco.
Una situazione che anche al netto dell’autorecupero appare, così, drammatica, ingolfata dalla mancanza di fondi e su cui gravano sia l’occupazione abusiva (164 abitazioni) che i cosiddetti “cambi in deroga”, ovvero le domande di modifica alloggio per comprovate ragioni (ad esempio di salute) che, quindi, possono “ritornare in circolo” solo dopo lo smaltimento delle pratiche, oggi pari a 160. Ma soprattutto le proroghe semestrali della convenzione con la Città: «Siamo al sesto rinnovo - ha ricordato Pedrini - e qualunque amministratore responsabile dovrebbe programmare le attività su una prospettiva pluriennale».
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