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IL CASO

Quindicenne spogliato durante un controllo: presentata denuncia contro i carabinieri

famiglia accusa perquisizione invasiva. Nei verbali, necessità e urgenza; il comandante annuncia verifiche

 Quindicenne spogliato durante un controllo: presentata denuncia contro i carabinieri

In un comune della cintura nord di Torino, la Procura della Repubblica è stata investita del caso di un quindicenne che, secondo quanto denunciato dai familiari, sarebbe stato sottoposto a una perquisizione personale ritenuta eccessiva e priva delle garanzie di legge. L'episodio sarebbe avvenuto nel pomeriggio di venerdì scorso, nei pressi di un impianto sportivo locale, alla presenza di un amico di tredici anni.

Secondo l'esposto presentato dall'avvocato Enrico Maria Picco, il minore sarebbe stato costretto dai militari a spogliarsi in strada e a eseguire alcuni esercizi fisici, il tutto accompagnato da frasi volte a minimizzare l'imbarazzo della situazione. La querela depositata presso gli uffici giudiziari torinesi ipotizza diverse violazioni, dall'abuso di potere al falso ideologico, chiedendo accertamenti immediati sulla condotta degli operanti e sulle modalità dell'ispezione.

Dalla ricostruzione fornita dal giovane, l'intervento avrebbe coinvolto tre pattuglie dell'arma e un'ulteriore vettura civile. Il quindicenne sostiene di non essere stato informato della facoltà di contattare i genitori o un legale prima che l'ispezione avesse inizio. Di segno opposto è invece quanto riportato nei verbali ufficiali consegnati alla famiglia: i militari giustificano l'atto con motivi di necessità e urgenza, finalizzati alla ricerca di armi o strumenti atti allo scasso in ragione di un atteggiamento ritenuto sospetto. Negli stessi documenti si attesta che il giovane avrebbe rifiutato la possibilità di avvisare un familiare, circostanza che la difesa contesta fermamente.

Il comandante della compagnia di riferimento, dopo un primo confronto con la madre del ragazzo, ha assicurato l'avvio di verifiche interne per chiarire la linearità dell'azione dei militari coinvolti. Spetterà ora alla magistratura analizzare la coerenza tra le versioni fornite dalle parti e stabilire se siano state rispettate le procedure e le tutele specifiche previste dall'ordinamento quando si opera su soggetti minorenni.

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