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I viali alberati voluti dai Savoia. E Torino diventò piccola Parigi

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Uno dei luoghi comuni più diffusi vuole che Torino sia una delle città d’Europa più verdi. Una caratteristica tutto sommato vera, se teniamo conto dell’ingente patrimonio arboreo della città di Torino (ca. 110.000 piante su alberate urbane e in parchi e giardini, oltre 177.000 alberi nei boschi collinari e altre 53.000 nei boschi della Città). Torino ha un indice di verde superiore a quello di Los Angeles (15,2%), New York (13,5%), Londra (12,7%) e Parigi (8,8%).

Insomma: Torino possiede un gran numero di alberi che contribuiscono a renderla una città verde. Caratteristica che balza subito all’occhio sono gli imponenti viali alberati, vera caratteristica della città, che la contraddistingue nel panorama delle metropoli d’Europa. Si pensi che i viali sono caratterizzati da alberi di età superiore ai 50 anni, in media. A volere questa lunga serie di viali alberati - quasi tutti drittissimi - furono i Savoia, che diedero ordine ai loro architetti di progettare dei pregevoli “cannocchiali” prospettici.

Nel Seicento i più bei viali alberati erano quelli che circondavano il Valentino, dei quali sopravvive il solo corso Marconi, anticamente viale del Valentino. Tra Sette ed Ottocento le proménade in carrozza dell’aristocrazia torinese si svolgevano sul vasto percorso alberato che già circondava la capitale; nell’Ottocento questo percorso extra-urbano si definì con la realizzazione dei primi viali - attuali corso Vittorio Emanuele, corso Re Umberto, e corso Galileo Ferraris nella zona sud, corso Regina Margherita nella zona nord - e la moda proseguì per tutto il secolo.

Il modello era francese, perché anche Torino, da piccola Parigi, doveva avere i suoi boulevard. Anche alcune piazze celebri erano un tempo sostituite da alberate: è il caso di piazza Vittorio Veneto, un tempo piazza Vittorio Emanuele I, che fu progettata inizialmente come una spettacolare esedra alberata, vastissima e affacciata sul Po. Fu poi l’architetto Giuseppe Frizzi che, tra il 1825 ed il 1830, provvide a realizzare l’attuale impostazione neoclassica della piazza, altrimenti Torino avrebbe avuto un immenso semicerchio alberato proprio nel suo cuore più storico. Alla seconda metà dell’Ottocento, in corrispondenza delle espansioni verso sud, nord ed ovest, risalgono le sistemazioni di viali antichi, già vecchie vie di comunicazione diventate strade urbane (corso Francia, corso Unione Sovietica, corso Regio Parco…).

I viali della città di Torino, da preziosa testimonianza storica degli urbanisti dell’Ottocento, sono recentemente diventati anche oggetto di studio statistico. Secondo Treepedia, la mappa degli alberi urbani creata dal Senseable Lab Massachusetts Institute of Tecnology in collaborazione con il World Economic Forum, Torino sarebbe al diciottesimo posto nella classifica mondiale, prima città italiana.

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